“Hem… Ma… Anche a voi si sono attaccate le pinne al fondo fangoso e colloso del fiume?”
“Direi di si, ma credo che sia il problema minore visto che siamo ricoperti di una melma verde e non sappiano dove ste bestie di 200 kg stanno nuotando”…
“oh, io ho bisogno di farmi una doccia, sento puzza di palude…”
“Ehm… In effetti..”
A volte ci sono momenti che valgono un viaggio. Attimi che ti fanno rendere pienamente conto di perchè lo fai, perchè hai le magliette bucate (giuro, sto problema lo risolverò) e le scarpe ormai con la suola sfinita, ma hai un sacco di timbri sul passaporto. Andare a caccia di manati, nelle acque non sempre cristalline del Crystal River, beh, è uno di quelli. Ho post già mezzi pronti del giorno prima ma questo ce l’ho nelle dita da ieri, e quando è così, è meglio scrivere.
Location: Crystal River, Florida. Di cui non abbiamo visto una mazza perchè siamo arrivati la sera e siam partiti la mattina.
Compagnia scelta: Bird’s Underwater, scelta da Gianni, se guardate le recensioni di Tripadvisor e finite di leggere il post capite perchè
Costo: 45$ a persona per circa 3 ore di gita
Temperatura: freddo, anche con la muta, ma chissenefrega
Odore dell’asciugamano dopo che ti sei coperto/asciugato la muta: pessimo, irripetibile.
Gioia: 9 , dato che i manati li ho visti solo di sfuggita e non ho potuto abbracciarli (che poi non si potrebbe neanche) nè grattargli la pancia (ma per farlo devi avere un bel coraggio visto che, cito da wikipedia “In media il peso del lamantino è di 400–500 kg, la lunghezza di 2,8-3,0 m, con massimi di 3,6 metri e 1775 kg, considerando che gli esemplari femmina tendono ad avere maggiori dimensioni. Alla nascita, un lamantino pesa all’incirca 30 kg.”… Dei bei bestioni insomma.)
Alle 6 ci siamo presentati sul molo, ci hanno dato la muta, ci hanno fatto sentire come dei mimi col pannolone (quella muta era un po’ strana) e abbiamo aspettato che arrivassero tutti (cioè, alle 7) per il corso pre-tour fatto dal Capitano della baracca, che poi è stato pure quello che ci ha accompagnato nel giro. Non ci stavo più nella pelle! Ci hanno spiegato nel dettaglio cosa si può fare e cosa no (tipo, mai toccarli sotto le ascelle, se così si può chiamare il sotto pinnetta, perchè è una delle loro parti più intime… Cioè, è come se uno venisse lì senza nemmeno presentarsi e ti mettesse una mano in mezzo alle gambe, tanto per capirci) e poi tutti in barca. Un freddo… Facciamo due o tre tappe a caccia dei bestioni ma non è proprio stagione… Un po’ di snorkeling poco soddisfacente come prima tappa (pesci grossi come delle carpe che ti guardavano perplessi e poco più) e un’escursione grandiosa in una zona nascosta della foresta: un buco nell’acqua – nel senso di una cavità nel terreno- dal colore impressionantemente azzurro circondato da una densa vegetazione. Faceva un po’ Laguna blu, tanto per capirci.
E poi sei lì, ti focalizzi sulla mappa, ti rendi conto dei colori, delle emozioni che certe esperienze ti provocano e la voglia di abbracciare un manate cresce a dismisura. La giornata inclemente, il capitano gentilissimo ci tiene a bada con una dozzina di donuts ripieni che mi si piantano prontamente sullo stomaco (ne ho mangiato uno solo, davvero), la barca che si muove silenziosa nella laguna. E poi arriva uno che gli dice “guarda che ci sono, andate laggiù!” Emozione. Tutti pronti. Vediamo qualcosa muoversi nell’acqua, ci buttiamo anche noi nell’acqua più torbida che si possa immaginare, tutti pronti, era il momento, e quando sei non badi al freddo (tanto) e all’acqua (sporca): ti butti, punto. Pian pianino ci siamo immersi, senza fare troppa confusione, senza farli scappare. Parte un urletto. Un simpatico bue marino ha deciso di tirare una culata a Luca e sfiorare gli altri. Invidia, ero troppo lontana. La sensazione è davvero difficile da spiegare: sai che sono innocui, sai che non ti mangeranno una gamba, al massimo verranno loro da te per farsi accarezzare. Anche se sono enormi non li vedi perchè non si vede nulla oltre i 10 cm, sai che sono lì, non sai nemmeno quanti sono e… Ecco, diciamo che ti senti un po’ come quando a 10 anni guardavi lo squalo. A mollo, immobili. Le pinne incollate al fondo di un fiume appiccicoso. Cosa fai? Ridi, no? Surreale, emozionante. Senti l’acqua che si muove, dal fondo, allunghi una mano e speri che lui voglia passare proprio di lì e farti sentire la sua pelle ruvida ma scivolosa e darti qualcosa da raccontare. Non mi è successo. Il mio desiderio non è stato esaurito, ma devo ammettere che trovarsi lì, averne avuta anche solo la possibilità… Beh, è stato qualcosa. Niente sole, niente grattini sulla pancia a un manate, niente snorkeling selvaggio. Eppure l’ho trovato memorabile.
Manatee – Crystal River