Hai un blog? Si vede che non lavori!

Creato il 13 settembre 2012 da Gms @postideologico

Oggi torno al mio lavoro, con buona pace di chi ha insinuato, non conoscendomi, ch’io fossi un mantenuto (da chi?) o un benestante (con quali soldi? Quelli che percepisco e che spendo – tutti! – per vivere?).
Vivo del mio lavoro, per mia fortuna.
Non sono lo scrivano o lo scribacchino di nessuno, se non di me stesso e delle idee che esprimo in perfetta autonomia.
Non sono, per dirla tutta e per fare un esempio, un ghostwriter per conto di qualcuno o un Freelance Journalist chiamato a scrivere sotto dettatura, a far l’ottomano che segue e serve il suo Magnifico Solimano.
Lavoro come programmatore in un’azienda privata, per e con merito, che opera nel settore software destinato agli enti locali.
Subordinato da 23 anni, perchè dipendente e non titolare. In poche parole: mi faccio il mazzo quotidiano!
Ho avuto la fortuna di trovare occupazione (quasi) subito dopo il diploma.
Questa acquisita capacità di mantenermi e soddisfare i miei piccoli bisogni, mi ha poi spinto ad abbandonare gli studi universitari, intrapresi inizialmente per rinviare l’allora obbligatoria leva militare. Rispetto alla quale ho, poi, presentato obiezione si coscienza.
Da giovane ho visto truppe di giovinastri (giovini astri), di destra, di centro e di sinistra, sottrarre il posto di lavoro agli altri giovani che dicevano di rappresentare, in enti regionali o para, grazie alla tessera che portavano in tasca, usata come passepartout per emeriti parassiti imbe(ci)lli, privi di qualsiasi capacità, senza virtù nè forza morale, per intenderci.
Ho visto giovani arrivisti ereditare l’elettorato clientelare dei padri, ritiratisi o caduti in disgrazia, nell’era tangentopoli.
Ho visto gruppi fanatici di contestatori, rivelatisi solo smaniosi d’arrivare ad occupare potere (piccolo o grande) e sottopotere in ogni ambito, per dimostrarsi non uguali ai predecessori ma peggiori.
Ho visto piccoli rivoluzionari crescere come grandi burocrati, allevati e abituati a viver di null’altro. Addestrati ed ammansiti dai loro capibastone. Divenuti anch’essi nuovi capibastone.
Io vivo del mio merito, a testa alta e con grande dignità.
Non faccio parte di nessuna nuova o vecchia orda di ribelli (serventi) desiderosi di diventare ex signori nessuno.
Mi sento libero e, se vogliamo adottare una collocazione, di sinistra.
Ma, la mia sinistra, è distante anni luce da quella affarista e che porta con sè gli stessi vizi del malaffare, della malversazione e del malgoverno.
La mia sinistra nel panorama politico – di fatto – non esiste.
E, se fossi di destra, anche in questa non mi riconoscerei. Troppo eversiva e distante dal pensiero e dal rigore di alcuni suoi padri. La destra seria (non fascista!) è sparita nelle mani dell’impolitico che se l’è comprata e l’ha privatizzata, rendendola parte amorale del suo monopolio e dei suoi interessi.
E non potrei, ancor meno, identificarmi in un centrismo cerchiobottista, buono per tutte le stagioni, troppo arretrato per mantenersi sempre in equilibrio.
Meno che mai nelle improvvisazioni di chi vuole aggiungere macerie a quelle già esistenti.
Di chi ha il “mito” dei giovani e delle loro innate capacità e che poi, dall’alto del suo giovanilismo (da vecchio più vecchio di me) fa le paternali, redarguisce, bacchetta e mette in castigo. Con la scusa che “sono giovani, ingenui, arrivisti, inesperti”, e… vadano a giocare da un’altra parte ora!
Mi separerà un abisso sino a quando la dignità della politica non si staccherà dai comitati d’affari e farà della questione morale un punto chiave, che affianca la cura dell’interesse collettivo, delle maggioranze e delle minoranze (degne di tutela, considerazione e riconoscimento).
Per finire: spero di riuscire a conciliare la mia attività lavorativa con questo piccolo blog, che diventa più intenso e attivo di notte o durante le mie ferie estive.
Senza ansie da prestazione e senza inseguire lettori cercati e/o chiamati per fare numero.
Preferisco le minoranze coscienti (di coscienza civile) alle maggioranze distratte e inconsapevoli (e a volte colpevoli di quel che poi contestano… ma questo è un altro capitolo ancora).
Un grazie a tutti.
A presto, si spera.


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