dimmi un po’…tu ce l’hai la famosa domanda di riserva? lo chiedo perché quello che più mi intristisce è quando mi si fanno sempre le stesse domande.sempre uguali e banali.
mai una con qualche pizzico di inventiva, un barlume di novità, una spruzzata di raziocinio.
mai.
e così avviene che le domande sono sempre le stesse, una dopo l’altra, una teoria infinita di fotocopie vocali.
ecco, vi propongo una breve carrellata del mio personale question time.
- come stai?
- come l’hai scoperto?
- l’hai saputo prima o dopo la gravidanza?
- cammini ancora? (questo quando mi telefonano e non mi vedono da parecchio).
domande di questo genere si sono quintuplicate nel momento in cui Chicco ha iniziato ad andare a scuola. ora capisco la curiosità umana, ma avere una malattia cronica non vuol dire aver fatto un patto col diavolo. si vive – e si sopravvive- lo stesso.
non sono da medaglia perché ho avuto una gravidanza nonostante tutto. non sono un’extraterrestre perché uso una stampella. sono una persona con un difetto, ok? né peggiore né migliore di altri abitanti di questo pianeta.
perciò per cortesia non concentratevi sul difetto. chiedetemi piuttosto se oggi ho visto un bel film, se ho letto un libro o se ho cucinato una torta. o se gradisco un buon caffè. gli argomenti di discussione ci sono eccome, ma per carità trovateli!