Haiku: il mondo in 17 sillabe – seconda parte

Creato il 04 ottobre 2011 da Editoredimestesso

Quando si parla di Haiku il riferimento ai grandi maestri giapponesi Matsuo Bashō, Yosa Buson, Kobayashi Issa e Masaoka Shiki è quasi inevitabile. È grazie alla delicatezza e al forte potere evocativo dei loro versi, infatti, che questo antico genere poetico è diventato famoso e apprezzato in tutto il mondo. Fra loro, l’unico ad allontanarsi dalla comune strada di intenti letterari e artistici direttamente connessa alla tradizione del Tanka è Masaoka Shiki, vissuto nel periodo Meiji e da molti considerato il riformatore della poesia giapponese. Poeta, critico letterario e giornalista, fu proprio lui a coniare i termini Haiku e Tanka (sostituendoli a Hokku e Waka) e a mettere in discussione, per la prima volta, una forma poetica a suo avviso troppo limitata, sterile e ormai quasi del tutto imitativa. Shiki (che tradotto significa cuculo, l’uccello che sputa sangue, per via della tubercolosi da cui fu afflitto e che lo portò alla morte) fu il primo a rivendicare la libertà dei temi e di sillabazione e introdusse il realismo nei suoi componimenti, trasformandoli in veri e propri quadri di vita quotidiana. Può quindi essere considerato a giusta ragione l’Haijin più vicino al modo di intendere ed interpretare la scrittura degli Haiku da parte di noi occidentali, non sempre puntualissimi dal punto di vista metrico o tematico ma comunque carichi di fascino e di grande attrattiva.

Seconda tranche di Haiku prodotti da autori italiani ai quali va il mio ringraziamento per la preziosa collaborazione. Ricordo che per inviare i propri componimenti basta scrivere a: editoredimestesso@gmail.com.

Alla prossima settimana per il terzo appuntamento.

Arachisei

(arashisei@gmail.com)

Se tutto scorre

perché guardi la pioggia

e non prosegui?

Colte mature

quelle acerbe illusioni

cadon d’estate

Rosse memorie

attaccate alla vita

tingon le fronde

Giù per le alture

rotola un temporale

Odore di pioggia

Massimo Baldi

(www.massimobaldi.splinder.com)

Migrano uccelli

verso terre lontane

più caldi approdi

La goccia lenta

scava nuovi sentieri

viaggio perenne.

Sul ramo spoglio

cantava il pettirosso

caduca estate

Carlo Bramanti

(shevacar@libero.it)

Meravigliosa

luna, a notte fonda

mi siede accanto.

Un mio sogno

muove appena la tenda.

Fuori, l’Inverno.

Non spazzerà me

il temporale estivo.

Soltanto i fiori.

Roberto Cirillo

Placido il dì

lentamente si svolge

compagna noia

Rumore d’ali

s’alzano i colombi

aria di festa

Vento di sera

quando cade la luce

tutti dormono

Fabrizio Corselli (Tetractys)

(fiore_notturno@yahoo.it)

Eterni sassi

sulla polvere rossa.

Vie del deserto

Mare di vetro

attraverso lo sguardo

cocci d’anima

Carta di riso

pennellata d’inchiostro.

Sguardo al paesaggio

Franca Stancati

(www.soffidargento.blogspot.com)

Raggi di luna

riflessi come lame

in uno specchio

Tra quelle dune

una fragile zolla

dove sostare

Fiori di melo

solo ieri fioriti

e già dispersi



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