Per una sorta di coerenza autorichiesta, non posso non approcciarmi al cult di Carpenter nello stesso modo con cui l'ho fatto con La notte dei morti viventi di Romero, dimenticando cioè un attimo il posto nella Storia che merita il film per analizzarlo un pò più freddamente.
Anche in questo caso siamo davanti ad uno dei 4,5 capisaldi del genere, argilla sulla quale sono stati modellati molti golem successivi. Tra l'altro, qui non si è ricorso ad un archetipo (come lo zombie) ma si è creato dal nulla uno dei più grandi (con Jason, Leatherface e Freddy) cattivi horror di sempre, Michael Myers. Da notare come in 3 dei 4 casi citati (ma si può forse dire in tutti e 4) il tratto caratterizzante dei mostri è la maschera, tanto che possiamo definirlo quindi l'elemento horror del secolo. Addirittura trascende forse la stessa caratterizzazione dei vari personaggi, in alcuni casi molto debole, ma basta da sè, ci ricordiamo più di come sono che di quello che fanno.
Come Romero, Carpenter affonta la fatica alle soglie dei 30 anni, e, non nascondiamoci, si vede benissimo. I dialoghi son banalotti (3/4 futili e ripetitivi), gli accadimenti un pò immaturi, il ritmo molto statico con Myers che per un'ora pedina le vittime senza che accada granchè o la tensione salga alle stelle, gli effetti speciali (intendo negli omicidi) praticamente inesistenti, fuori camera. C'è un simpatico climax riguardo il volto di Myers dato che lo vediamo una decina di volte sempre qualche metro più vicino.
Però una regia mirabile con quelle carrellate e panoramiche sui lunghi viali alberati e soprattutto il meraviglioso piano sequenza iniziale in soggettiva (culminante in uno zoom indietro con il quale vediamo che l'assassino era un bambino - ripeto- sequenza meravigliosa), le incredibili e indimenticabili musiche e il già citato colpo d'ingegno nella creazione del villain possono farci senz'altro parlare di grande opera, non grandissima in sè, ma in un certo senso pioniera di tanta roba.
Personalmente (ho 34 anni) Halloween è una delle pellicole del cuore perchè in un mondo in cui ancora si provava paura (e anche tanta) Myers era uno dei nostri baubau più temuti. Ora i ragazzi son anestetizzati, vedono i morti ammazzati per strada in rete, le opere più estreme. La paura, quella vera, quella atavica, quella semplice e genuina, non sanno manco cos'è. Beati loro.
O beati noi?