Visto in DVD.
Un pazzo ricoverato in manicomio, che ha un passato da bambino molto cattivo, fugge per ammazare tutti a destra e a manca; il suo medico si mette sulle sue tracce conscio che cercherà di tornare nella sua vecchia abitazione.
Parliamone sinceramente, questo è un film vecchio, o meglio, invecchiato; non fa più paura, no c'è un gusto splatter che tenga accesa l'attenzione e non mostra una trama fenomenale che giustifichi l'assenza delle due caratteristiche precedenti. Si insomma è noioso.
Fermo restando questo punto, il fatto che non è più un gran film, mostra delle caratteristiche positivissime che nel complesso possone essere riassunte con: Carpenter non è l'ultimo degli idioti.
Inutile dire che il piano sequenza iniziale è da manuale, stupendo, assolutamente perfetto e pure col colpo di scena finale (se solo non lo sapessero già tutti), si insomma, una piccola lezione su come dovrebbe cominciare sempre un buon film. C'è anche da concedere un certo senso si incertezza, e una certa dose di costante claustrofobia anche nelle scene in cui Mike Myers non c'è, oppure è dall'altra parte della strada nella casa della vicina. Non c'è mai paura, ma la giusta atmosfera.
Ciò che però più mi ha colpito è che pur essendo questo un film che ha istituzionalizzato gli stilemi del cinema horror così com'è conosciuto oggi, gioca con le aspettative dello spettatore; sembra sempre l'occasione buona perchè Myers compaia a far fuori la sgallettata di turno, eppure non arriva mai. Considerando la cosa dal giusto punto di vista, mi pare quindi che gli epigoni di Carpenter abbiano guardato il dito senza vedere la luna; hanno cioè preso le situazioni di rischio dei personaggi usandole come scene per il massacro, quando invece nelle intenzioni del regista originale erano solo utili per la tensione e per la presa in giro dello spettatore.
Il film lo boccio, ma Carpenter è decisamente promosso.
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