Halloween Writing Contest - Tema: L'incubo peggiore
Da Svolgimento
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Halloween Writing ContestSvolgimentoPrecipito. Continuo a cadere. Piombo in un vuoto e in un buio. Urlo ma la voce non esce. Non sento più le gambe. So che è un sogno; sì, sto sognando di correre per una strada scura, nera, senza luna. Mi volto indietro perché qualcuno di cui ho molta paura mi sta seguendo, solo che io sono più veloce, lui zoppica. Poi, non so come, inizio a cadere. So che è un sogno e voglio svegliarmi ma non ci riesco. Sento il mio cuore battere forte, le vene pulsare in maniera convulsa. Ho consapevolezza del mio respiro affannoso. Finalmente mi sveglio, sgrano gli occhi perché voglio appurare di essere cosciente. Guardo nel buio e non scorgo nulla. Provo a spingere le gambe, ma non rispondono al mio comando di muoversi. Non sono più certo di essere sveglio. Richiudo gli occhi e ripiombo nel sogno, solo che questa volta sono dentro ad una casa vecchia, diroccata. Non c’è nessuno, almeno così sembra. C’è buio: il buio mi perseguita. La casa è parchettata e ad ogni passo si sente un rumore di tegole arse e smosse. C’è una scala, inizio a salire, faccio attenzione. Sento bisbigliare. Mi ritrovo in un corridoio e da un momento all’altro immagino di vedere il bambino sul triciclo di Shining. Mi avvicino alla stanza da cui sento provenire le voci e da cui promana una fievole luce. La porta è socchiusa. Ho paura ma lo stesso la spingo e intravedo seduta a terra una bambina, di spalle, che gioca con delle bambole tutte decapitate e parla con loro sottovoce. Poi comincia a canticchiare una cantilena ipnotica. Vorrei toccarla per farla girare verso di me ma ho paura. Voglio svegliarmi. Lo so che è un sogno, ma non ci riesco. Mi ritraggo e faccio per andarmene che la bambina smette di cantilenare e si gira verso di me. Una bellissima fanciulla solo che sono impietrito: si è voltata roteando il collo a trecentosessanta gradi stando ferma con il resto del suo corpo. Provo ad urlare ma la voce non esce. Cammino all’indietro sempre più velocemente.Precipito di nuovo nel vuoto.Mi sveglio. Sono nella mia camera. Sento gente attorno a me, ma non vedo nessuno. So che ci sono persone perché percepisco il loro sussurrare e avverto i loro respiri. Ma che sta succedendo?
Ad un tratto sento la voce del mio vecchio amico Edgard che mi chiede:- Sei addormentato? Ed io:- Sto avendo un incubo.E. – Dove ti trovi?Io. –Sono appena fuggito da una strana casa.E. – Lo sai cosa stiamo facendo?Io. – No, o almeno non ricordo.E. – Sei stato ancora in catalessi, soltanto per due giorni però, per questo non ti abbiamo seppellito!Io. –Ora ricordo. Sono morto.E. –Si. Dopo la catalessi proprio mentre ti stavi riprendendo, hai avuto un incidente cadendo dalle scale, hai battuto la testa e hai perso la vista e l’uso delle gambe.Io. – Come sono morto?E. – Hai avuto complicazioni polmonari e ti si è fermato il cuore.Io. –Ho sognato qualcuno che zoppicava, una strada buia, c’entrano qualcosa?E. – Probabilmente. Durante la convalescenza è venuto a trovarti tutti i giorni quel tuo amico che ha le gambe al titanio, quello che è stato accusato di aver decapitato la sua bellissima compagna, e che è stato scagionato da prove schiaccianti.Io. – L’ha uccisa davvero lui la compagna. Ma se sono morto com’è che noi due stiamo interloquendo?E. – Ti ho praticato il sonno mesmerico: ti ho ipnotizzato con una cantilena.Io. – Adesso che succederà?E. – Ci saluteremo e ti seppelliremo.Io. – Perché non l’avete fatto subito?E. – Perché non era giusto che tu fossi seppellito senza sapere di essere morto, veramente morto, e non in catalessi. Io. – Grazie: essere sepolto vivo era il mio peggiore incubo!
Lucia Immordino
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