Halo: Spartan Strike – Ritorno a New Mombasa

Da Videogiochi @ZGiochi
di Danilo Barbieri

Halo: Spartan Strike è il nuovo spin-off della serie Halo e sequel diretto di Spartan Assault. Come il suo predecessore anche in questo caso ci troviamo davanti ad uno Twin-Stick Shooter al momento disponibile per dispositivi iOS, Windows Phone e Steam. Nella sua prima release Spartan Assault non ci aveva convinto per niente, difatti il titolo sviluppato da 343 Industries e Vanguard Games non aveva raggiunto la sufficienza sulle nostre pagine, ed ora non ci resta che vedere se le cose sono migliorate, dopo un lungo rinvio dato da i lavori di fix sulla Halo: The Master Chief Collection.

Voglia di Spin-Off?

Sulla timeline dell’universo di Halo, Spartan Strike si posiziona durante gli eventi narrati in Halo 2, i quali ci metteranno nei panni di un supersoldato Spartan in questa simulazione segreta ONI ambientata su New Mombasa nell’anno 2552 alla scoperta dell’enigmatico Gamma Halo. Come sequel di Halo: Spartan Assault, Strike cerca di migliorare il suo predecessore e ci riesce in molti frangenti, nonostante le modifiche alla formula lo fanno diventare più un’evoluzione che una rivoluzione. Anche per quanto riguarda il gameplay abbiamo notato da subito come i controlli siano rimasti praticamente identici: con i due analogici ci si muove e spara, il che non è un male vista l’ottima impostazione, e in questo senso gli unici cambiamenti degni di nota vanno a variare la capacità di risposta dei controlli, ora più immediati e precisi. In Halo: Spartan Assault, muovere un veicolo e sparare non era proprio il massimo dell’immediatezza, e in questo caso Halo: Spartan Strike sembra aver apportato alcune modifiche minori che contribuiscono ad una migliore esperienza in termini di controllo del veicolo. Le modifiche, anche se piccole, ci sono sembrate ottime promuovendo un ritmo di gioco decisamente più veloce e frenetico rispetto al predecessore.

Parlando di cambiamenti generali, Halo: Spartan Strike ne va ad apportare alcuni significativi al sistema di aggiornamento di credito/arma. Entrambi i giochi hanno un sistema da arcade-ish, ovvero la preparazione prima dell’inizio di ogni missione. All’interno della schermata di avvio, andremo a spendere crediti per aggiornare le armi predefinite e i vari power-up per ogni missione che decideremo di affrontare. I crediti possono anche essere spesi per aumentare i danni, il che è abbastanza importante visto che più il punteggio sarà alto e più crediti guadagneremo, in base ad obiettivi abbastanza intuitivi che portano all’uccisione in combo di determinati nemici, e altre varie come, per esempio, uccidere un determinato numero di nemici con una particolare arma e così via. Il tutto è basato su un sistema a tre “stelle” che ci aggiornerà in tempo reale sul raggiungimento di un obiettivo. Una volta guadagnati abbastanza crediti, alla missione successiva potremo pianificare e adottare uno specifico arsenale in base a quanto accumulato nel corso della missione precedente. Insomma un classico sistema già visto in Halo: Spartan Assault ma che questa volta elimina le micro-transazioni, uno dei più grandi difetti del primo titolo.

Non mancheranno i famigerati modificatori di difficoltà, cioè i Teschi, i quali saranno sempre utili a guadagnare più crediti ma anche a rendere il gioco più complicato del previsto. Tale sistema è particolarmente importante, perché alla fine risulta l’unico modo possibile per adattare il livello di difficoltà e personalizzarlo a nostro piacimento. A fronte di 30 missioni, non propriamente lunghe, i Teschi ci sono sembrati l’unica vera variante dinnanzi ad un gioco di base non prettamente difficile, ma che grazie agli Skulls saprà tenere sotto tensione e donare la giusta sfida a qualsiasi tipo di giocatore.

Decisamente più dinamico

Tornando ai miglioramenti rispetto ad Halo: Spartan Assault, segnaliamo anche un maggior incremento sulla quantità di guadagno dei sopracitati crediti, così come il costo delle armi è stato notevolmente ridotto. Il che oltre ad eliminare le micro-transazioni, che portavano il primo a gioco ad essere affrontato con poche armi, va incontro ad un netto calo nella difficoltà base, ovviamente senza l’uso dei teschi. Nelle prime sei missioni difatti sarà relativamente facile guadagnare un sacco di crediti senza aggiornare il nostro Spartan, il che significa che per quando la difficoltà si alzerà, si dovrebbe avere una serie decente di valuta a disposizione per personalizzare le armi e i vari power-up, in modo d’affrontare ancora una volta il livello proposto a testa alta.

Anche la dinamicità generale è stata alzata, e se il primo titolo aveva l’abitudine di dare un obiettivo generale per una singola missione, in Halo: Spartan Strike ci ritroveremo a destreggiarci tra più obiettivi. Per fare un esempio, spesso ci troveremo a scortare un convoglio mentre di tanto in tanto potremo essere interrotti e cambiare quest, tutto questo accompagnato da un lato narrativo, non certo di spicco, ma che almeno ci dà un obiettivo preciso su quello che si deve fare. Infine segnaliamo il mancato supporto alla cooperativa sia locale che in multiplayer, a nostro avviso una delle pecche maggiori del titolo. Un vero peccato.

Nonostante il titolo manchi di carattere e sicuramente risulta meno evocativo di un qualsiasi altro Halo, uno degli aspetti più iconici, più che altro su dispositivi mobile, è senza dubbio il comparto tecnico di Halo: Spartan Strike. Nonostante il precedente titolo fosse molto bello da vedere ma povero di contenuti, in questo caso i due sviluppatori si sono nuovamente migliorati, con colori, texture sfondi animati veramente ben fatti e coinvolgenti. Un grande merito va dato anche all’entusiasmante universo di Halo, il quale non manca mai, tra Covenant, Spartan e Prometeici, di affascinarci e illuminarci gli occhi tutte le volte che saliamo su di un Warthog per una scarrozzata in mezzo al fuoco nemico. Insomma, tecnicamente il titolo rimane al top su dispositivi mobile, ma non è certo uno dei maggiori esponenti su PC. Nella nostra prova, diramata su iPhone 6 e Windows 8.1, il gioco ci ha incantato su mobile grazie anche a comandi touch ottimi, e fatto storcere un po’ il naso su desktop. Prima di tutto la natura del gioco di 343 Industries e Vanguard Games lo impone come gioco mobile e nel secondo modo perché, almeno su Windows Store, non esistono impostazioni grafiche decenti, nemmeno quelle riguardanti la risoluzione, la quale ci ha portati a giocare in finestra nel corso della nostra prova, fattibile, ma abbastanza fastidioso. Chiude il cerchio una buona colonna sonora, classico della serie, che saprà accompagnare ogni scontro con la massima dedizione.


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