Uno spettacolo all’insegna della democrazia artistica e un inno al concetto di cooperativa; con tali parole potremmo definire questo “Hamlet Project“, in scena a Roma al Teatro dell’Orologio dal 19 marzo sino allo scorso 6 aprile, per la regia di Patrizio Cigliano.
Provini anonimi realizzati attraverso uno smartphone, nessun curriculum esibito per l’occasione e un cast interamente produttore e, dunque, proprietario dello spettacolo, per una ripartizione dell’incasso suddivisa in parti eguali senza gerarchie tra ruoli e figure professionali.
La più famosa tragedia del mondo realizzata in uno spettacolo frutto di sei mesi di prove con un cast in cui è stato premiato solo il talento.
L’evento è una gemma di palcoscenico e si avvale della collaborazione di eminenti personaggi dello spettacolo italiano come Gigi Poietti (la voce del “fantasma”), ma anche dell’appoggio di simpatizzanti di prestigio come Leo Gullotta, Michele Placido, Blos Roche Rey ed altri, ben lieti di promuoverlo sul web.
La sfida di Cigliano si traduce in una performance raffinata, priva di sbavature, con un testo che non è la versione ufficiale dell’Amleto, ma una gemella più scarna, tagliente, essenziale, scoperta ed attribuita allo stesso Shakespeare da Sir Henry Brandbury nel 1823. Le suggestive e funzionali scenografie unitamente ad un’efficacissima colonna sonora fanno da collante all’impianto registico e alla brillante performance degli attori.
Hamlet Project scorre senza intoppi e regala continue emozioni per due ore, sorretto dalla generosa interpretazione di tutti gli attori (tra i quali il regista stesso, che sostituisce magistralmente Gianni Giuliano nel ruolo di Polonio) da una musica di forte impatto, e da costumi di scena semplici ma evocativi.
Lo spettacolo è una coraggiosa pagina di teatro cui va tutto il nostro plauso, in tempi in cui pochi paiono disposti ad investire sul merito, il talento ed un’onesta comunicazione culturale. Una sfida, come l’abbiamo precedentemente definita, che Cigliano vince convincendo, e che ci auguriamo possa avere altre e prossime occasioni di rappresentazione.
Written by Sarah Mataloni e Francesco Paniccia