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Handbike sul Cammino di Santiago: Pietro Scidurlo, una storia di rinascita #buonanuova | #2: Dove tutto ebbe inizio

Creato il 29 agosto 2012 da Fumagale @ciclo_news

La prima volta che entrai ero davvero piccolo. Otto, forse 9 anni. Ricordo ancora benissimo ogni singolo angolo di quel posto. Ricordo i piccoli ascensori per accedervi, i corridoi che al tempo ai miei occhi parevano tanto lugubri, le pareti ed i pavimenti in linoleum, ricordo tutti quei bambini che – come me – ancora, forse, non sapevano perché erano li. E quel posto si chiamava ospedale.

Handbike sul Cammino di Santiago: Pietro Scidurlo, una storia di rinascita #buonanuova | #2: Dove tutto ebbe inizio

Mi ricoverarono d’urgenza per una fistola e dopo un grosso intervento che mi salvò la vita, capii che la salita della mia vita era iniziata. Quel che non sapevo era quanto lunga sarebbe stata. Di ricoveri e di fistole ne seguirono tanti di più. E’ proprio in uno di questi, l’ultimo sino ad oggi, nell’ospedale di Magenta (MI), che tante lune ha calato su di me, che un giorno Chiara, mia sorella, mi consegnò un libro.

leggi anche le altre puntate:

Handbike sul Cammino di Santiago: Pietro Scidurlo, una storia di rinascita #buonanuova | Puntata #1: Chi sono

Non ero un gran lettore, e forse non lo sono a tutt’oggi; ma quel libro era come esercitasse su di me una forza simile a quella che la luna esercita sulle maree. Sono trascorsi tanti anni, e ancora sento l’odore delle lenzuola in cui nessuno ancora aveva dormito. La ventola che spingeva la sabbia verso l’alto di modo che il mio corpo rimanesse sollevato da appoggi di ogni genere. Una vasca dove per mesi ho nidificato; dove dormivo, mi lavavo, mi nutrivo e dove espletavo ogni sorta di esigenza. Il Clinitron era chiamato “il letto d’aria”. E lo era. Lo era davvero.

E da dentro questo letto cominciai a inoltrarmi tra le righe de “Il cammino di Santiago” di P. Coelho. Lo presi e lo abbandonai più volte. La parte iniziale mi risultò un po’ ostica. Ma dopo qualche giorno quel libro divenne per me, capitolo dopo capitolo, l’unico interesse di quel tempo. E più progredivo tra quelle pagine, più mi sentivo attratto dal compiere quell’esperienza.

Ma sapevo che sarebbe stato un lungo percorso arrivare sino a quel giorno. Metter insieme i pezzi di quel puzzle, i pezzi giusti e nella giusta sequenza, non sarebbe e non è stata cosa semplice. Ora forse quel puzzle non è ancora terminato, ma comincio ad avere ben chiara l’immagine risultante.


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