Prendere in braccio una bambina, piccola, tanto piccola, con i suoi occhi grandi che ti scrutano. Indifesa, nelle tue mani, sensibile alle smorfie, alle variazioni di tono. E' là. Nello spazio di un lungo silenzio, senti il suo respiro accanto al tuo. E ti chiedi di cosa ha bisogno per crescere, per stare bene, per essere felice, in quel momento, non fra un anno, fra dieci. Adesso.
Non c'è altro pensiero che possa attraversarti il cuore, la mente, l'anima se non chiederti quale gesto, quale parola, quale esperienza potrà essere un dono per lei, un minuscolo passaggio nella strada che percorrerà.
La bimba non è la mia, non importa, il pensiero va a tutti i bambini del mondo. Quando ne abbracci uno non puoi che sentirti un po' responsabile di tutti.
Non aggrediamo la vita, le persone, le situazioni, non inondiamole di aspettative, bisogni, forzature, ma accogliamola.
Stiamo in ascolto e le risposte arrivano insieme con le domande. Perchè le risposte sono le domande, i vuoti da attraversare.