Hannah Hoch alla Whitechapel Art Gallery

Creato il 09 marzo 2014 da Nebbiadilondra @nebbiadilondra
Accanto alla stazione della metropolitana di Aldgate East è un suggestivo edificio Art Nouveau in mattoni chiari: è la Whitechapel Art Gallery, fondata nel 1901 con lo scopo di diffondere la conoscenza dell'arte nella zona Est della di Londra, un'area notoriamente povera, e da allora la galleria è stata un avamposto di alta cultura. Oggi la Whitechapel Galley è famosa per organizare mostre di arte contemporanea che riflettono la cultura della gente appartenete alla comunità locale. La  galleria ha anche una libreria ben rifornita e un delizioso caffè con free wi-fi in cui ristorarsi dopo tante le fatiche culturali.

Whitechapel Art Gallery. Londra,2014©Nebbiadilondra

 Oltre a numerosi display e installazioni, infatti, la Whitechapel Art gallery ospita fino al 23 marzo la mostra dedicata ad Hannah Höch (1889 – 1978), l’artista associate al dada berlinese famosa per i suoi collage creati da fotografie e ritagli di giornale. Una mostra che rispecchia il recente atteggiamento generale nei confronti delle donne e che ha portato alla rivalutazione di figure femminili in precedenza trascurate dalla storia dell'arte del XX secolo: basti pensare alle mostre dell’ autunno scorso alla Serpentine Gallery e alla Hayward Gallery, dedicate rispettivamente a Marisa Merz, l'unica donna affiliata all’Arte Povera, e all’artista sudamericana Ana Mendieta, morta in circostane misteriose nel 1985, cadendo dal 34 piano dell’appartamento che divideva con lo scultore minimalista Carl Andre. Ed ora è il turno della Whitechapel Gallery.

  Hannah Hoch, Untitled collage (1930)Photo: Museum für Kunst und Gewerbe, Hamburg /Maria Thrun

Sono un centinaio di opere quelle che punteggiano le pareti bianche della galleria londinese raccontano la storia di un personaggio coraggioso in un epoca in cui Belle Arti erano ritenute un soggetto troppo ‘ambizioso’ per una donna. Ribelle sin dall’inizio, Hannah Höch sceglie sin dai suoi primi esperimenti artistici il linguaggio frammentato e poliedrico del collage per esprimere il suo mondo; immagini ritagliate da riviste, giornali, disegni, combinate al servizio di una visione del mondo emotiva ed ironica allo stesso tempo, il cui rigore formale deriva in parte dalla frequentazione di grandi personalità come Theo Van Doesburg o Kurt Schwitters (a cui di recente Tate Britain ha dedicato un'interessante retrospettiva). L’amara satira che ne risulta non risparmia niente e nessuno, tantomeno temi controversi come i concetti d’identità (uomo/donna) e genere, già vicini a tematiche del successivo pensiero femminista. Da vedere.
fino al 23 Marzo
Whitechapel Gallery
77-82 Whitechapel High Street
London E1 7QX

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