"Hannibal" - Al via stasera in prima tv assoluta su Italia 1 la serie-evento 2013 con Mads Mikkelsen

Creato il 12 settembre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
A volte il morso della fame è quello della paura. “Hannibal”, la serie-evento della stagione televisiva parte in anteprima assoluta su Italia 1 dal 12 settembre, ogni giovedì in prima serata.
Prima del “silenzio degli innocenti” e di Clarice Starling (Jodie Foster) c’era Will Graham (Hugh Dancy), profiler del F.B.I. talmente in sintonia con i serial-killer che insegue da entrare nelle loro menti. Vede le vittime in flashback con i loro occhi, i loro desideri, le loro deviazioni. Una spinta omicida il più delle volte machiavellica, non dettata da un impeto di ira, nascosta sotto le ceneri di un abuso o perversione che divampa, sulla quale scava ininterrottamente – senza una parvenza di vita privata – il meticoloso Graham. Fino al baratro della follia, fino a identificarsi pericolosamente con gli assassini seriali che gli entrano in testa… Per questo, Jack Crawford (Laurence Fishburne), il capo delle Scienze Comportamentali del F.B.I., affianca al protagonista un “tale“ dottor Hannibal Lecter (interpretato dal danese Mads Mikkelsen), psichiatra forense con il pallino della buona cucina (meglio se…umana). E’ l’inizio di una partita a scacchi tra due mentalità brillanti ancorché disturbate, di una lucida follia che porterà all’inevitabile scacco matto.
Bryan Fuller (Heroes, Pushing Daisies, Dead like me), cura l’adattamento in 13 capitoli dei personaggi portati alla luce dal romanzo Red Dragon di Thomas Harris, sorta di prequel de Il Silenzio degli Innocenti. La serie tv è in realtà un prequel del romanzo pubblicato nel 1981. Il libro aveva conosciuto in precedenza due traduzioni cinematografiche: il memorabile Manhunter-Frammenti di un omicidio (1986) diretto da Michael Mann (con William Petersen, futuro protagonista di CSI: Scena del crimine, nei panni di Graham) e l’omonimo e dimenticabile Red Dragon (2002) di Brett Ratner, con Edward Norton e Anthony Hopkins (girato dopo il successo de Il Silenzio degli Innocenti di Jonathan Demme nel 1991). Antecedente alle vicende narrate nella serie tv, risulta il film Hannibal Lecter – Le origini del male (2007), dal romanzo omonimo di Harris incentrato sulla figura di Lecter dagli 8 anni alla prima adolescenza. L’ultimo capitolo della saga è invece Hannibal (2001) di Ridley Scott, ambientato 7 anni dopo le vicende de Il Silenzio degli Innocenti.
Fuller ha spiegato l’originalità dello spunto che caratterizza la serie: “se alla base c’è il principio caro a Hitchcock di far vedere una bomba sotto il tavolo e far tremare gli spettatori in attesa dello scoppio, quella che si instaura tra Hannibal e Graham potremmo definirla una ‘storia d’amore’, due universi che s’incontrano partendo da poli opposti e che finiscono per attrarsi. Non è un caso che Lecter ricordi a Graham di essere più simili di quello che il serial-profiler possa immaginare…”. “La curiosità che emerge – prosegue Fuller – non è tanto nella risoluzione dei casi, quanto nella modalità di coppia che porterà ad essa, scoprendo indagine dopo indagine un tassello di entrambi i protagonisti, i quali si riveleranno ognuno con aspetti sorprendenti tali da non permettere mai la classica etichettatura del Bene e del Male”.
Mads Mikkelsen di Copenhagen, salito alla popolarità quale antagonista di James Bond in Casino Royale (2006) e fresco vincitore quale “miglior attore” al Festival di Cannes 2012 per il film Il Sospetto (nel quale interpreta un presunto pedofilo accusato dalla società prima che dalla legge), è entrato con la sua caratterizzazione nell’olimpo della critica americana, oltre che eletto icona di stile (l’ultimo numero di “GQ” Usa gli ha dedicato un ampio servizio fotografico nelle vesti di neo-dandy). Per la cronaca, non si tratta del suo debutto assoluto in una serie tv: nel 2000 ha partecipato alla serie poliziesca danese Rejseholdet.
David Tennant di Doctor Who è stato contattato in un primo tempo per il ruolo di Hannibal. Originariamente la parte dell’analista di Lecter doveva andare a Angela Lansbury, alias La Signora in giallo; quando l’attrice ha declinato l’offerta per impegni teatrali, la figura di Du Maurier è stata riscritta per Gillian Anderson, abbassandone l’età.
Memorabile il cameo di Lance Henriksen nel telefilm, colui che aveva interpretato il serial-profiler Frank Black in Millennium (1996), anch’egli in grado di “vedere” nelle menti dei serial-killer. Tra le altre guest-stars, sfila Eddie Izzard.
Per le buone forchette del caso, i titoli originali della prima stagione riguardano piatti di portata in lingua francese (Apéritif, Amuse-Bouche, Potage, Oeuf…). La produzione si è avvalsa altresì di un consulente culinario visti i continui richiami sulla buona cucina.
Mads Mikkelsen e Hugh Dancy avevano già lavorato sullo stesso set, nel film King Arthur (2004); leggenda vuole che sia stato proprio Dancy a raccomandare Mikkelsen alla produzione. Le riprese sono avvenute nell’Ontario canadese.
Se Brian Lowry di “Variety” ha commentato che “la serie è una bistecca cotta alla perfezione, al sangue, la più gustosa da assaporare in tv negli ultimi tempi”, Tim Goodman di “Hollywood Reporter” ha sentenziato: “una delle migliori sorprese della stagione, girata con maestria tra le tenebre dell’animo umano con uno stile per niente ortodosso, dove Mikkelsen non ha nulla da invidiare a Hopkins”. Proprio sul confronto con Il Silenzio degli innocenti si è soffermato anche Mike Hale del “New York Times”: “Mikkelsen è così meravigliosamente inespressivo da apparire l’anti-Hopkins”.
Nonostante il realismo di alcune scene, in patria il network generalista NBC – che ha rinnovato la serie per una seconda stagione in cui potrebbe comparire niente popò di meno che David Bowie nei panni dello zio di Hannibal – non ha mai chiesto modifiche alle sceneggiature. Tranne in un caso. Nel quinto episodio un serial-killer “sbuccia” le vittime e le mette in posa da angeli. Le inquadrature dei loro deretani sono apparse offensive ed è stato chiesto alla produzione di coprirli con il…sangue.
FOCUS – Mikkelsen bandiera della Danimarca über alles Altro che marcio, in Danimarca c’è fermento. Mads Mikkelsen di “Hannibal” è solo l’ultimo volto della new wave danese che scorre trasversale dal piccolo al grande schermo, dal design alla cucina, dallo sport alla musica. Proprio Mikkelsen si è fatto conoscere agli albori della sua carriera in una serie tv, la poliziesca “Rejseholdet” (2000), primo sussulto di un piccolo schermo danese che ha fatto scuola anche in America. Solo negli ultimi anni ha regalato “Forbrydelsen” (diventato “The Killing” in Usa) e “Bron” (“The Bridge” il titolo della trasposizione americana ambientata al confine con il Messico, mentre l’originale stazionava tra Danimarca e Svezia). Sulla bandiera del cinema sventola l’effige di Lars Von Trier, regista geniale e provocatorio fino al suo imminente “Nimphomaniac”, tra le pellicole più attese degli ultimi anni. Sulle orme di Von Trier si colloca l’emergente Nicolas Winding Refn, dietro la cinepresa del film-rivelazione “Drive” nonché di “Pusher”, sua opera-prima underground salita all’onore del culto (ne era protagonista proprio Mikkelsen). Tra gli attori, ha origini danesi Viggo Mortensen, richiesto da cineasti del calibro di David Cronenberg, Jane Campion e Gus Van Sant. Nello sport emerge a colpi di rovescio la tennista Caroline Wozniacki, già numero 1 della classifica WTA, mentre la nazionale femminile di calcio ha da poco raggiunto a sorpresa le semifinale degli Europei organizzati in Svezia. La musica, oltre alla vittoria della Danimarca all’ultima edizione di “Eurovision” grazie all’ugola di Emmelie De Forest, vanta il nome del Dj Trentemøller, tra i più popolari al mondo nelle consolle di musica elettronica. La patria del LEGO, di Normann Copenaghen e Bang&Olufsen ha sempre puntato a un design bello da vedere ma anche dotato di quella praticità che gli scandinavi predicano senza sosta. Va sempre più di moda in Europa, Italia compresa, la “Christiania Bike”, la tradizionale bicicletta dotata di carrellino davanti, ottima per trasportare bambini, animali, amici, la spesa e pure la posta. Inventata negli anni 80, è tornata in auge in tempi di crisi economica dove la macchina è meglio usarla con parsimonia. In cucina, se non siete abituati all’aringa marinata anche a colazione, segnatevi il nome dello chef a cinque stelle René Redzepi, patron di quel “Noma” di Copenhagen da due anni al vertice di The World’s 50 Best Restaurants, una classifica che in prestigio internazionale sta superando la paludata Michelin, più “borghese” e ampollosa. Già sulla copertina di “Time”, Redzepi si professa “sacerdote degli ingredienti boreali”, ovvero muschio, bacche e tuberi come se piovessero abbinati al pesce nordico, in piatti che lo chef danese twitta poi sul social per i suoi sempre più numerosi followers. La moda dell’ultima generazione può contare sul nome di Henrik Vibskov, capofila del “New Nordic Movement” che predica lo stile non solo negli abiti, ma trasversalmente nell’interior design e gli accessori. L’ecletticità di Vibskov gli permette anche di spaziare in campo musicale, collaborando da batterista con Trentemøller di cui sopra. Terra di top-model dai tempi di Helena Christensen – la quale attualmente si è reinventata fotografa di successo, compresi gli autoscatti nuda e in gran forma a 44 anni – la Danimarca sfila in passerella con la sempre più richiesta Freja Beha Erichsen, 23enne nota per l’aspetto androgino lungo un corpo da infarto contraddistinto da 13 tatuaggi e un piercing sul capezzolo sinistro.

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