Ultimamente sono stato quasi sempre fuori Firenze, ed ho portato con me l'i-pod caricato con diversi vecchi album in vinile rippati e pescati fra quelli che ogni tanto riascolto volentieri. Nel selezionarli ho notato che diversi erano stati pubblicati nel 1958 e quest'anno compivano 50 anni, pertanto ho pensato che questa ricorrenza poteva costituire un pretesto per parlarne (o riparlarne). Però, poiché gli album sono diversi, dividerò l'esposizione in due parti, per non farla troppo lunga.
Il primo album che voglio segnalare è la colonna sonora del film di Louis Malle Ascensore per il Patibolo, realizzata da Miles Davis. In realtà con questo disco siamo border line in quanto le registrazioni avvennero nel dicembre 1957, ma l'album uscì in Francia su un LP 25 cm. nel 1958, assieme al film.
Nel dicembre 1957, mentre era a Parigi e suonava al Club St. Germain come solista ospite con un gruppo “stanziale” composto da Kenny Clarke (parigino d'adozione) alla batteria, e i francesi Barney Wilen al sax tenore, Pierre Michelot al basso e René Utreger al piano, Miles venne in contatto, tramite la comune amica Juliette Greco, con il regista che gli offrì l'opportunità di relizzare la colonna sonora del film che stava girando. Miles accettò e si mise al lavoro con gli stessi musicisti che suonavano ogni sera con lui. Quell'esperienza, per sua stessa ammissione gli insegnò molto e gli dischiuse nuove direzioni improvvisative che lo porteranno gradualmente alle esperienze modali, come vedremo più avanti parlando dell'album Milestones.Secondo molti critici il film di Malle, dalla trama tutto sommato banale, oggi non meriterebbe neppure di essere ricordato se non fosse per quella musica. A mio giudizio, anche la musica senza immagini perde parte del suo valore e la maniera migliore per gustarla e apprezzarla è rivedere il film, come ho fatto io prima di queste note.Di seguito il brano Florence Sur Les Champs Elysées sul quale tornerò più avanti
Il secondo album è Something Else di Cannonball Adderley che vede la partecipazione, in via amichevole di Miles Davis, essendo il sassofonista membro del suo gruppo stabile.
Prima di tornare su Miles Davis e sul suo Milestones, mi voglio soffermare su un album dell'altro suo grande partner: John Coltrane. Il 1958 fu un anno prolifico per il sassofonista che, oltre a registrare con Davis, realizzò numerosi album a suo nome, almeno una decina. Fra questi ho sempre trovato Soultrane uno dei più interessanti. Realizzato in febbraio con una ritmica “davisiana”: Red Garland al piano, Paul Chambers al basso e Art Taylor alla batteria, è una specie di vetrina dello stile coltaniano dell'epoca detto sheet of sounds, tessuti di suono, una specie di simultanea cascata di suono, e forse fu proprio ascoltando questo disco che il critico Ira Gitler sempre nel 1958, su Down Beat, coniò questo termine entrato ormai nella storia del jazz.
Il titolo dell'album deriva da una ballad, scritta da Tadd Dameron un paio d'anni prima ed eseguita con lo stesso Cotrane nell'album Prestige Mating Call, che non è contenuta in questo. La casa discografica Prestige pensò tuttavia che quel titolo fosse appropriato in quanto giocava sul nome di Coltrane. I cinque brani dell'album sono tutti godibili. La facciata A contiene due lunghi brani Good Bait (12') e I Want to Talk About You (10'), il primo abbastanza vivace e allegro con lunghi assoli di tutti i componenti del gruppo, il secondo invece è una ballad, un po' languida che offre a Coltrane l'occasione per deliziarci come di consueto fa quando affronta questo genere.La facciata B si apre con You Say You Care, forse l'esecuzione più interessante di tutto l'LP, (che propongo più sotto) in cui Coltrane sviluppa una serie variazioni di accordi in un contesto veloce che evidenziano la sua capacità creativa. Il tutto sostenuto da una ritmica eccellente.
Nei prossimi giorni presenterò alcuni altri album "cinquantenni", meritevoli a mio avviso, di essere ricor