Harbour Bridge: a spasso sul tetto di Sydney

Creato il 01 febbraio 2014 da Nonsoloturisti @viaggiatori

In una città piena di punti panoramici con viste mozzafiato, l’Harbour Bridge di Sydney si fa notare perché… beh, perché è l’Harbour Bridge!

Non è l’osservatorio più alto della città – la Sydney Tower Eye ha il posto d’onore – ma è sicuramente il più emozionante. E da quando è nata la compagnia Bridge Climb Sydney nel 1998 è stato conquistato da più di tre milioni di persone tra i 10 e i 100 anni. Coppie innamorate, famiglie con bambini, scolaresche, viaggiatori incalliti e celebrità: la scalata dell’Harbour Bridge è davvero alla portata di tutti.

Ci sono quattro possibili arrampicate sul ponte, per accontentare ogni tipo di clientela. Se volete assaporare ogni momento dell’arrampicata a un passo rilassato – circa tre ore e mezza – e con il sostegno delle guide, allora la scalata classica sull’arco più esterno fa per voi. Se invece siete scalatori in forma e indipendenti, quella “express” sull’arco interno da due e mezza è l’ideale per voi. La “discovery climb” che passa dall’arco interno a quello esterno in tre ore e mezza è perfetta per chi vuole immergersi nella struttura del ponte. E infine, ultima aggiunta, l’arrampicata “in mandarino” è pensata per accontentare i moltissimi turisti cinesi che ogni giorno affrontano la scalata.

Tutte e quattro le scalate sono disponibili in vari orari della giornata: se siete mattinieri e volete godervi il risveglio della città dall’alto del ponte, allora scegliete la scalata dell’alba, in assoluto quella più emozionante e richiesta nonostante la partenza prima dell’aurora. Se invece preferite un’arrampicata romantica, magari da condividere con la vostra metà, allora quella del tramonto fa per voi. Se siete intrepidi e volete ammirare le mille luci della città, è possibile fare una scalata di notte, con partenza dopo il crepuscolo. E per tutte le altre persone, c’è la scalata classica diurna, che permette di osservare la quotidiana frenesia della città e il continuo via vai di traghetti e barche nel porto.

Socievoli guide danno il benvenuto al piccolo gruppo (dalle 12 alle 14 persone) al punto di partenza ai piedi del ponte, leggendo regole e divieti a velocità supersonica: no a macchine fotografiche, gioielli o telefoni, tutti oggetti che potrebbero cadere su macchine e pedoni sottostanti durante la scalata. Ma non c’è da preoccuparsi: inclusa nel biglietto d’ingresso c’è una foto professionale di gruppo e altre foto individuali sono ordinabili prima della scalata o acquistabili al rientro in base.

Dalla base di partenza si attraversano varie passerelle sopra la Bradfield Highway fino al pilone a sud-est. Da qui si salgono due scale fino all’inizio dell’arco inferiore, o quattro fino all’arco superiore, dove iniziano i più di mille scalini (1332 sull’arco superiore) dal lato dell’Opera House che portano alla sommità del ponte. Ma ci si accorge a malapena della fatica che si fa, persi tra i continui aneddoti delle guide e la vista sconvolgente sulla baia.

Arrivati in cima, a 134 metri sul mare, si ha il tempo di assorbire tutto Port Jackson: le vele dell’Opera House, i traghetti che vanno e vengono, e il vento sulla faccia. È una vista a cui ci si può fare l’abitudine, e le guide lasciano tutto il tempo per assaporare a pieno questo panorama mozzafiato prima di iniziare la discesa dal lato di Darling Harbour, offrendo una vista a 360 gradi sul porto più bello d’Australia.

L’Harbour Bridge non è un’escursione adatta al portafoglio di tutti – i prezzi vanno dai 235 ai 308 dollari a testa – ma è sicuramente una delle attrazioni più emozionanti e particolari al mondo.


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