Leggo dal sito del Corriere della Sera la notizia che Daniel Radcliffe, l'attore che impersona Harry Potter nei film, è stato un alcolista. (Qui potete leggere l'articolo). Credo che nessuno si scandalizzerà. Siamo tutti consapevoli che certi problemi sono l'altra faccia della medaglia di un successo precoce e repentino. Ciò che però mi ha fatto riflettere è una frase precisa detta dall'attore:
«Mi piacerebbe essere la persona che va a una festa e beve due bicchierini, ma per me non funziona. Preferisco restare a casa a leggere». Di fronte a queste parole le mie antenne da biblioterapista si sono alzate. Ho letto studi in cui si parlava dei benefici della Biblioterapia con gli alcolisti. Non una panacea che risolve i problemi, ma una terapia che affianca le altre, necessarie. Apprendere che davanti all'alcol Radcliffe ha messo la lettura, mi fa riflettere. E se i miei ragionamenti scientifici si fanno strada, la fantasia prende il volo. Penso all'altro Harry Potter, quello dei libri, in cui i suoi capelli sono arruffati e mai in ordine. Lo immagino su una poltrona, mentre legge un romanzo. Tutto intorno si mettono in moto mille incantesimi. Nulla di straordinario per noi lettori. Lo sapevamo già: la lettura è una vera e propria magia!