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hates – house at the end of the street

Creato il 20 giugno 2013 da Albertogallo

HOUSE AT THE END OF THE STREET (Usa 2012)

locandina house at the end of the street

Mamma e figlia, entrambe bionde e piuttosto belline, vanno ad abitare in un delizioso villino nei boschi comprato a modico prezzo, il cui unico, piccolo difetto consiste nel trovarsi a tre metri di distanza da un’altra casa in cui, qualche anno prima, una ragazza leggermente schizzata ha fatto fuori entrambi i genitori. Quale angosciante mistero si celerà tra quelle quattro mura, ancora abitate dal fratello della povera pazza?

Un film di rara bruttezza, uno di quegli horror improbabili, risaputi e prevedibili che lasciano il tempo che trovano. Gli autori della sceneggiatura, David Loucka e Jonathan Mostow, dovevano essere ubriachi (quando? Sempre), e il regista, tal Mark Tonderai, è talmente incapace che parlarne male sarebbe come sparare sulla croce rossa. Sono talmente tanti i luoghi comuni del genere, e usati in maniera talmente goffa, che in certi passaggi l’impressione è di assistere a un’involontaria parodia horror: c’è la classica casa maledetta, il liceale belloccio e stronzo, l’amore adolescenziale tormentato, la coppietta che fa incautamente l’amore in una macchina tra i boschi, l’esplosione di violenza nel finale, un numero imbarazzante di inquadrature il cui unico scopo è far vedere meglio le tette della protagonista ecc.

Un piccolissimo – ma proprio minimo – rammarico per due motivi: la presenza, sprecata, dell’adorabile Jennifer Lawrence (ora che ha vinto l’Oscar si spera che non sia più costretta ad accettare simili ruoli) e il pessimo utilizzo di un paio di svolte narrative discretamente inattese. Ma per il resto ogni cosa è bruttissima, anche le musiche, il cast (c’è pure Elisabeth Shue), la fotografia da videoclip e tutto ciò che può venirvi in mente. Hates (a proposito: perché questo inutile acronimo?) è decisamente tra i dieci film più “artisticamente” disastrosi che abbia mai visto al cinema.

Alberto Gallo



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