"Hathor-Isis: il Clan Occulto del Terrore e la Strage di Parigi"

Da Risveglioedizioni
  Il 16 dicembre del 2014, sulla scia di alcuni attentati appena avvenuti in Pakistan ed Australia, avevo scritto un pezzo dal titolo “Esiste un nesso fra la discesa in campo di Jeb Bush e l’aggravarsi della recrudescenza terroristica di matrice islamica?”
All’interno dell’articolo in questione, frutto di una attenta meditazione di alcuni preziosi spunti contenuti nel libro “Massoni” scritto da Gioele Magaldi, delineavo uno spaccato in grado di evidenziare il palese nesso di causalità che lega il rinnovato protagonismo della famiglia Bush in politica con l’improvviso riesplodere su scala planetaria del terrorismo islamico. Il califfo dell’Isis Abu Bakr Al Baghdadi, perfettamente calatosi nei panni di un nuovo Bin Laden, risulta infatti affiliato presso la Ur-Lodge Hathor Pentalpha, officina del sangue e della vendetta fondata da Bush padre in compagnia di personaggi del calibro di Dick Cheney, Don Rumsfeld, Bill Kristol, Sam Huntington, Tony Blair, Paul Wolfowitz e molti altri ancora. Una superloggia, cresciuta negli anni come una mala-pianta, che annovera al proprio interno pure ex capi di Stato europei come Josè Maria Aznar e Nicolas Sarkozy. Anche gli italiani Antonio Martino e Marcello Pera sono organici alla Hathor Pentalpha, mentre a Silvio Berlusconi, pur formalmente proposto nel 2003 da George W. Bush in persona, non è mai stato concesso di accedere direttamente ai lavori di questo perverso quanto elitario consesso (“Massoni”, pag. 537). La Hathor Pentalpha è una Ur-Lodge eretica e incontrollabile, punto nevralgico e occulto di una strategia del terrore senza patria e senza confini. A chi serve una escalation criminale e sanguinaria presuntivamente ispirata da una fanatica interpretazione dell’insegnamento del profeta Maometto? Serve a tutti quelli che hanno bisogno di alcune pezze d’appoggio indispensabili per pianificare e giustificare la prosecuzione di quello “scontro di civiltà” teorizzato non a caso da un gruppo di intellettuali che orbitano intorno al think-tank Pnac, schermo paramassonico etero-diretto dagli iniziati della Hathor Pentalpha. L’Islam non c’entra nulla con gli attentati parigini di oggi così come non c’entrava nulla con l’attacco alle Torri Gemelle di ieri, trattandosi in realtà di stragi orchestrate da uomini che strumentalizzano il cielo per comandare in terra. Se così non fosse, come spiegare altrimenti la presenza all’interno della superloggia Hathor Pentalpha di personaggi formalmente espressione di differenti declinazioni dell’Islam politico, come il sultano dell’Oman, quello del Bahrein, o come i principi regnanti dell’Arabia Saudita? Siamo quindi in presenza di una cinica operazione di manipolazione su larghissima scala, così raffinata e precisa da obnubilare la capacità di discernimento non solo della gran parte della pubblica opinione, ma anche di molti aspiranti intellettuali alla Ernesto Galli della Loggia, protagonista odierno di uno sgangherato editoriale uscito sul “Corriere della Sera” che di buono conserva solo il titolo (“L’undici settembre europeo”). L’ignobile attacco costato la vita ai giornalisti e ai vignettisti di “Charlie Hebdo” ricorda davvero i fatti dell’undici settembre; ma non perché, come crede nella sua beata innocenza Galli della Loggia, l’eccidio di ieri testimonia la mai sopita furia di gruppi appartenenti alla galassia del fanatismo islamico (buonanotte, Ernesto!); quanto perché, al contrario, sia i tragici fatti del 2001 che quelli appena accaduti sembrano portare in controluce i segni della stessa identica superloggia, quella dedicata alla divinità egizia Hathor, altrimenti detta Iside (ovvero Isis). La domanda giusta a questo punto è un’altra: perché colpire la Francia? Forse per consentire a Marine Le Pen di vincere le prossime elezioni presidenziali cavalcando con sapienza i crescenti e comprensibili sentimenti di ostilità nei confronti del diverso? Esistono politici francesi, oltre Sarkozy, certamente organici alla Hathor Pentalpha? Forse, provando a trovare risposte a simili interrogativi sarà possibile rendere giustizia alle povere vittime di un attacco barbarico e riprovevole che ripugna le coscienze dei giusti. (Nb: Aver citato alcuni personaggi, italiani o stranieri, come appartenenti ad una determinata Ur-Lodge – nel caso di specie, la Hathor Pentalpha – non rende costoro automaticamente responsabili di eventuali atti o strategie efferate compiute da singoli individui o gruppi affiliati alla medesima superloggia. Punto quest’ultimo peraltro chiarito a più riprese nelle pagine del libro “Massoni”). (Francesco Maria Toscano, “L’eccidio parigino e l’ombra lunga della Ur-Lodge Hathor Pentalpha”, dal blog “Il Moralista” dell’8 gennaio 2015). . Hathor nell'Antico Egitto Hathor è una divinità antichissima della mitologia egizia, multiforme e collegata all'archetipo delle Grandi Madri protostoriche, il cui nome significa "Casa di Horus". Dea dell'amore e della gioia, dea madre universale, in quanto generava il dio sole e allattava Horus e il suo rappresentante, il faraone, dea della vita ma anche patrona dei morti e spesso aiuta Osiride nell'accoglienza dei defunti nell'Oltretomba. Si considera protettrice delle sorgenti del Nilo e della potenza creatrice delle inondazioni, oltreché protettrice delle arti, della musica e del canto. È la dea che al tramonto mangia il sole (Horus identificato come dio-sole) per restituirgli la vita poche ore dopo; è anche la signora dei venti del nord. Il nome di Hathor compare nei testi delle piramidi risalenti alla IV dinastia. Venne definita Nut (la dea del cielo) e Mehetueret (la vacca celeste), associata alla dea di Eliopoli Nebethetepet (la graziosa) molto venerata dagli operai. Quando assume le sembianze di vacca è protettrice dell'abbondanza e propiziatrice della fertilità. Viene raffigurata come una donna con corna bovine e un disco solare, altre volte come una giovenca e sovente regge il bastone uadj. Durante il Medio Regno ricevette l'epiteto di Nub (dorata), diffondendo poi il culto anche in Palestina ed in Fenicia, di cui si menziona un tempio a Biblo. In seguito venne identificata, in queste regioni, con Astarte e con altre divinità cananee come la dea Qadesh. Ai tempi della dinastia XVIII molte donne dei villaggi rivestivano il ruolo di "cantori di Hathor", cantando e suonando durante le feste religiose Hathor era considerata anche Signora del sicomoro del sud ed in tale veste onorata solennemente a Dendera da sacerdoti e sacerdotesse, che dirigevano i riti ufficiali all'interno di un importante tempio eretto in suo onore. Una volta l'anno veniva celebrata in suo onore la festa del Buon Incontro nella quale la statua della dea veniva portata in processione con la Barca sacra ad Edfu per rinnovare la promessa di matrimonio con il suo sposo Horus. Con il nome di Hesat era venerata ad Afroditopolis nel ventiduesimo nomos dell'Alto EgittoHesat è una delle forme della dea Hathor. È considerata madre di Anubi. Un altro aspetto della dea, forse poco noto, riguarda i suoi slanci distruttivi, quasi da vendicatrice divina, che in qualche modo confermano la variegata complessità delle sue caratteristiche rielaborate nel corso dei secoli. Direttamente dalla tomba di Tutankhamon ci arriva il racconto del compito, assegnatole dal padre Ra, di vendicare lui e le divinità, sdegnose in quanto trascurate dagli esseri umani. La dea esegue l'ordine paterno e sotto le sembianze di Sekhmet sbrana molti uomini e per placarla deve intervenire Toth con un abile stratagemma: le diede del vino ed ella lo scambiò per sangue, bevve e si ubriacò; quando si svegliò era tornata Hathor.  Gli Hathors Negli ultimi anni, nell'ambiente ufologico dei "Contattisti" ha fatto scalpore la notizia di un presunto contatto di una civiltà definitasi Hathors, la quale sostiene di essere un gruppo di entità interdimensionali e intergalattiche che furono legati all’antico Egitto, ovviamente attraverso i Templi della Dea Hathor, oltre che ad altre culture preistoriche, e che a più riprese hanno interferito con il genere umano e la nostra evoluzione... sarà solo un caso? Fonti: www.libreidee.org http://tomkenyon.com http://it.wikipedia.org

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