Figlia di Tutmosi I e della regina Ahmes, Hatshepsut fu destinata giovanissima a sposare il fratellastro Tutmosi II, generato da una concubina, al solo scopo di renderne legittima l'ascesa al trono. Rimasta vedova nel 1504 a.C., Hatshepsut fu nominata reggente per il figliastro e genero Tutmosi III. In breve, però, la volitiva principessa riuscì a concentrare nelle proprie mani ogni potere e ad assumere di fatto il ruolo di sovrana dell'Egitto, proclamandosi faraone nel 1503 a.C.
Da allora, per sua precisa disposizione, sarebbe stata raffigurata in statue e monumenti esclusivamente con aspetto maschile, munita anche della barba di rito. Durante gli anni del suo regno, Hatshepsut abbandonò progressivamente la politica espansionistica portata avanti dal padre, dedicandosi con sempre maggiore impegno a questioni di politica interna. Con l'aiuto e la consulenza del suo favorito, l'architetto Senmut, ella fece edificare, fra l'altro, il grandioso tempio di Deir El-Bahari. Alla morte di Hatshepsut, Tutmosi III ne perseguitò accanitamente la memoria, dando disposizione di distruggere tutte le statue che la raffiguravano e di cancellare il suo nome dalle liste reali.