HDR, che cos’è e quando si dovrebbe usare

Da Molipier @pier78

HDR è l’acronimo che sta per High Dynamic Range (ampia gamma dinamica) ed è una funzione fotografica ormai presente su quasi tutti gli smartphone (nativamente o tramite app dedicate) e fotocamere di ultima generazione che dovrebbe rendere migliori le immagini, a patto che se ne faccia un uso corretto.

Come funziona HDR

HDR, come suggerisce il nome stesso, è un metodo fotografico che si propone di aggiungere una gamma dinamica alle fotografie, dove la gamma dinamica è intesa come rapporto tra buio e luce. Invece di limitarsi ad una sola fotografia, HDR ne utilizza tre (almeno nella sua versione base), scattate con tre esposizioni diverse, una sottoesposta, una normale e una sovraesposta.

Nel caso di una fotocamera è possibile combinare le immagini in post-produzione tramite software specifici per la lavorazione delle fotografie mentre, per quanto riguarda gli smartphone, il telefono o l’applicazione dedicata fanno il lavoro sporco, ossia dopo l’inquadratura scattano le tre immagini, le combinano ed espongono il risultato sul display.

In modalità HDR acquisire un’immagine risulterà più lungo in termini di tempo proprio per questo motivo, invece di una foto ne vengono scattate tre. Di solito una fotografia in HDR è più simile a ciò che si vede realmente rispetto a quello che vede la fotocamera.

Quando si dovrebbe usare HDR

Come detto all’inizio, HDR dovrebbe migliorare l’aspetto delle fotografie su cui è utilizzato ed è particolarmente indicato in alcune situazioni:

  • Paesaggi: quando si fotografa un paesaggio normalmente c’è sempre un grande contrasto tra cielo e terra e il sensore della fotocamera fatica a bilanciare l’esposizione tra le parti. Con HDR invece si possono catturare i dettagli del cielo senza che la terra diventi troppo scura e i dettagli del terreno senza che il cielo perda le sue particolarità.
  • Ritratti alla luce del sole: la luce è uno degli aspetti più importanti quando si cerca di scattare una buona foto ma troppa luce, come quella del sole, può causare ombre o bagliori che alterano l’aspetto del soggetto. HDR permette di ottenere un risultato migliore.
  • Scarsa luminosità o retroilluminazione: se l’ambiente è troppo scuro oppure c’è un’illuminazione posteriore che potrebbe interferire con quella di primo piano, HDR permette di mediare la luce senza dispersione, lasciando inalterate le parti illuminate in primo piano e bilanciando l’illuminazione di fondo.

Quando non si dovrebbe usare HDR

Viste le situazioni in cui è consigliabile l’uso di HDR, ce ne sono alcune in cui, invece, è preferibile disattivare la funzione:

  • Foto in movimento: se i soggetti sono in movimento, utilizzare HDR aumenterebbe la possibilità di ottenere una foto sfocata. Va ricordato che la funzione scatta tre immagini, una di seguito all’altra, per cui se il soggetto tra il primo e il terzo scatto si spostasse, la foto non sarà molto valida.
  • Ambienti ad alto contrasto: alcune foto sono particolari per il forte contrasto tra il chiaro e lo scuro, per le ombre o per le silhouette che fanno parte dell’inquadratura a cui si voglia dare rilievo. HDR, in questi casi, è sconsigliato perché appiattirebbe l’immagine, rendendola meno intensa e meno interessante.
  • Colori vivaci: se la scena è troppo chiara o troppo scura, HDR interviene su una delle due zone, eliminando parte della sua specifica mentre, se si inquadrano colori vivaci, HDR nei tre scatti, finirebbe per renderli meno brillanti.

La maggior parte delle fotocamere consentono, tra le impostazioni, oltre ad attivare o disattivare la funzione, anche il doppio risultato, ossia una foto classica e una foto elaborata. Questo permette di confrontare le immagini e scartare quella che meno risponde al risultato che si voleva ottenere. Le indicazioni riportate sono solo delle linee guida ma sarebbe opportuno sperimentare alcuni scatti con i propri mezzi e le proprie idee per sapere quando e come usare HDR.