Hector Tobar, L’estate dei barbari, Einaudi, il nostro libro del cuore della settimana

Creato il 26 ottobre 2012 da Atlantidelibri

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Chi saranno questi barbari?
Proprio una bella famiglia, quella protagonista di questo ottimo romanzo, scelto dal New York Times e dal Los Angeles Times per le loro annuali liste dei migliori libri.I  Torres-Thompson, una giovane famiglia con radici nel Maine, Messico e Missouri, ben sistemata economicamente grazie alla ricchezza apportata da un genitore, che ha permesso loro l’ingresso in una comunità amante del lusso, e vive con tre figli circondata da abbondanti status symbol, dal giardino orribilmente costo al personale di servizio (qualcuno ovviamente non in regola…). Finchè, la recessione non incrina qualche certezza, quella economica per iniziare, e le crepe cominciano a farsi largo dopo il licenziamento della bambinaia e del giardiniere…

Hector Tobar, giornalista del Los Angeles Times vincitore del premio Pulitzer , ha scritto molto sull’esperienza in America latina. Ora, con il suo secondo romanzo, ritorna in Southern California, per offrirci il ritratto di una società divisa tra gringos e chicanos, che l’autore dipinge con implacabile ed ironica astuzia, facendo risaltare la grettezza della coscienza sociale degli statunintesi, ma anche le debolezze dei messicani che vivono sperando di diventare come gli “altri”… Personaggi e situazioni ottimamente descritte!

Hector Tobar, L’estate dei barbari, Einaudi

 Traduzione di Marco Rossari

«Mentre ritornava verso casa, l’odore persistente dell’erba tagliata le mise tristezza. Quant’era drammatica esattamente la situazione finanziaria? Quanto a lungo il señor Scott avrebbe tosato l’erba e lottato con il Toro? Cosa stava accadendo nella vita di questa gente? Avevano sbattuto fuori Guadalupe e, a giudicare dalla sua stizza, senza nemmeno le due mensilità che erano buona norma nella borghesia di Città del Messico, a meno che non ti beccassero a grattare i gioielli o a seviziare i bambini. Araceli cominciava a capire che si rendeva necessario manifestare un maggiore interesse nella vita dei suoi datori di lavoro».

Nominato dal «New York Times» uno dei migliori libri del 2011 e dal «Boston Globe» miglior romanzo 2011.

Una villa moresca sul Pacifico. Araceli, la cameriera messicana, osserva gli occupanti. Una famiglia molto, molto perbene. Nessun dubbio su chi siano i veri barbari.

Un mattino d’estate, Araceli, l’unica domestica della famiglia Torres-Thompson a non essere stata licenziata per effetto della crisi, scopre che la casa è deserta. Dopo la violenta lite della sera precedente, sia il señor sia la señora sono spariti senza fornire spiegazioni. E soprattutto senza portarsi dietro i due intollerabili bambini. Cosí, nonostante Araceli abbia sempre tenuto a precisare di essere stata assunta come cuoca e domestica e non come baby sitter, si ritrova a dover badare ai due viziatissimi gringos. L’unica, forse, è cercare di rintracciare il vecchio nonno, visto da Araceli una sola volta e poi evidentemente bandito da quella casa…



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