Helena bonham carter day: il discorso del re

Creato il 26 maggio 2013 da Dennyb @Denny_B1
Il discorso del Re

Fonte foto: blog.screenweek.it

Come avete potuto leggere dal titolo del post oggi è l'HELENA BONHAM CARTER DAY, dopo Jack Nicholson e Katharine Hepburn è la volta dell'attrice britannica che con il suo (non)fascino dark maledetto ha saputo far cadere ai suoi piedi il grande regista Tim Burton (che l'ha diretta in diversi film) e che spesso la utilizza come bastone per la vecchiaia visto che prima che gli diano finalmente un Oscar ha tempo di invecchiare, pure quest'anno è rimasto con un pugno di teschi in mano (versione macabra del classico pugno di mosche).

"Guarda qua quanto sono bella. Quando non sto con Tim sembro quasi una donna."

Helena Bonham Carter (un nome un po' più corto no, cari genitori?) è una di quelle attrici sottovalutate. Quando sento il suo nome nei trailer penso subito: "ecco, hanno preso la Carter come tappabuco". L'impressione è quella: c'è un ruolo comico ne Les Misérables, dove i vestiti un po' stracciati e l'imbellettarsi come una regina non è l'essenziale  (infatti cadeva a pezzi, come il mondo di Mengoni), allora glielo diamo a Helena Bonham Carter. Sai c'è il ruolo per la regina rossa in Alice in Wonderland. Che ne dici se glielo diamo a Helena? Chiamala Tim, magari risparmiamo qualcosa visto che è pure la tua compagna. O mamma mia chi ci mettiamo come partner di Johnny Depp in Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street? Ma certo, la Carter. Poi ce l'ha pure quel non so che di macabro, di sangue che non scorre libero nelle vene, sì sì sarà perfetta. Ecco: secondo me Helena Bonham Carter è una tappabuco, purtroppo, ma ne Il discorso del Re però il buco glielo fa a tutti gli altri, e si becca bel un paio di recensioni positive e di nomination a premi prestigiosi, tra cui i Golden Globe, gli Oscar e i Bafta (dove ha trionfato portandosi a casa il premio come miglior attrice non protagonista). 

"MA VIEEEENIIIIIII MA DAAAIIIII Denny B. non ci ha massacratIIII!!"

Dopo la morte di Re Giorgo V e la successiva abdicazione del fratello Edoardo VIII sale sul trono il riluttante Albert Frederick Arthur George Windsor: Re Giorgio VI (Colin Firth), che regnò durante la seconda guerra mondiale. Re Giorgio però ha un grave problema: soffre di balbuzie, un handicap che gli impedisce di pronunciare un discorso in pubblico. Così entra in scena il logopedista Lionel Logue (Geoffrey Rush) che, assieme a Elizabeth Bowes-Lyon, la moglie del re, lo aiuterà a risolvere il problema.Prendi un film biografico, basato sulla vita di un aristocratico inglese, confezionalo per bene, chiamando attori non proprio gli ultimi presi per la strada come Colin Firth, Geoffrey Rush e Helena Bonham Carter, fallo dirigere a un giovane regista  che nessuno ha mai sentito nominare e che ha svolto il suo bel compitino, e avrai un film che farà andare in brodo di giuggiole l'Academy e la critica d'Oltreoceano. Il discorso del re è quel film. Tom Hooper (premiato con l'Oscar) dirige un grande cast in maniera pulita, con un tecnica essenziale (a ridaje Mengoni) e inquadrature frontali da sotto accusa, in una scenografia giocata quasi interamente sugli interni.

"E' sospetto. Molto sospetto. Come mai Denny B. non ha
massacrato il film con l'acidità che lo contraddistingue?
Sarà malato?"

Hooper non ha voluto strafare e ha fatto bene cosa che non ha fatto ne Les Misérables, grande pecca del film è stata appunto la sua regia incerta e inadatta al musical (fosse stato dato in mano a Baz Luhrmann sarebbe stata tutta un'altra cosa). Colin Firth per quanto sia così tremendamente british, così impalato come una vittima di Vlad III di Valacchia (tra reali si capiscono), così insopportabilmente inglese l'Oscar, devo ammetterlo, se l'è meritato (anche se Jeff Brdges ne Il Grinta era meraviglioso). Geoffrey Rush, che non amo particolarmente, l'ho trovato perfetto nella parte del "logopedista" (capirete guardandolo il senso delle virgolette). E poi c'è la festeggiata Helena Bonham Carter che sveste i panni della darkona per mettere quelli più signorili ed eleganti adatti alla moglie di re Giogio VI, tanto che Tim non l'ha riconosciuta subito. E neanche noi. Buon HBCD a tutti.

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: The King's Speech

Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Regno Unito, Australia
Anno: 2010
Durata: 114 min
Generebiografico, drammatico
Regia: Tom Hooper
Sceneggiatura: David Seidler
Produttore: Iain Canning, Emile Sherman, Gareth Unwin, Peter Heslop (co-produttore), Simon Egan (co-produttore), Charles Dorfman (produttore associato)
Produttore esecutivo: Geoffrey Rush, Tim Smith, Paul Brett, Mark Foligno, Harvey Weinstein, Bob Weinstein
Casa di produzione: See-Saw Films, Bedlam Productions
Distribuzione (Italia): Eagle Pictures
Fotografia: Danny Cohen
Montaggio: Tariq Anwar
Musiche: Alexandre Desplat
Scenografia: Eve Stewart
Costumi: Jenny Beavan
Trucco: Frances Hannon

Interpreti e personaggi:

Colin Firth: Re Giorgio VI
Geoffrey Rush: Lionel Logue
Helena Bonham Carter: Elizabeth Bowes-Lyon
Guy Pearce: Re Edoardo VIII
Timothy Spall: Winston Churchill
Michael Gambon: Re Giorgio V
Derek Jacobi: Arcivescovo Cosmo Lang
Jennifer Ehle: Myrtle Logue
Anthony Andrews: Stanley Baldwin
Claire Bloom: Mary di Teck
Eve Best: Wallis Simpson
Freya Wilson: Principessa Elizabeth
Ramona Marquez: Principessa Margaret
Calum Gittins: Laurie Logue
Dominic Applewhite: Valentine Logue
Roger Parrott: Neville Chamberlain

Doppiatori italiani:

Luca Biagini: Re Giorgio VI
Francesco Vairano: Lionel Logue
Laura Romano: Elizabeth Bowes-Lyon
Danilo De Girolamo: Re Edoardo VIII
Francesco Pannofino: Winston Churchill
Omero Antonutti: Re Giorgio V
Bruno Alessandro: Arcivescovo Cosmo Lang
Alessandra Korompay: Myrtle Logue
Dario Penne: Stanley Baldwin
Paola Mannoni: Mary di Teck
Alessandra Cassioli: Wallis Simpson
Marco Vivio: Laurie Logue
Flavio Aquilone: Valentine Logue
Mauro Bosco: Neville Chamberlain

Denny B.



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