Dove sta il confine tra plagio e utilizzo creativo delle fonti? Se il primo è sicuramente da condannare, il secondo invece è, a mio avviso, un’operazione creativa che solo un bravo autore/artista è in grado di fare.
A partire da William Burroughs e la sua tecnica di taglia e incolla, la creazione artistica mediante l’utilizzo di selezionate opere del passato è stata da sempre utilizzata. Spesso con risultati strabilianti.
Nella musica gli esempi sono migliaia. L’Hip Hop si basa sul campionamento di opere altrui; E spesso, l’opera derivata è migliore dell’opera originale. Prendiamo i Daft Punk. La loro arte sta nel carpire un frammento di una canzone del passato, (principalmente un elemento non principale, secondario) modificarlo e porlo al centro della nuova canzone. La loro è un’opera di ri-attualizzazione e di creazione di valore. Non è questa un’operazione creativa? Io ritengo di sì.
Questo video ci svela da dove i Daft Punk hanno preso i campionamenti per alcune delle loro canzoni:
Ecco quello che sostiene Umberto Eco a proposito del copia e incolla usato dagli studenti:
[…] lo studente può presentargli un testo senza errori e formalmente corretto ma tratto direttamente da Internet col sistema ‘copia e incolla’. Su questo aspetto, non bisognerebbe drammatizzare: in fondo, copiar bene è un’arte. E nemmeno facile. E dunque se uno studente è padrone di quest’arte va premiato con un voto buono. Inoltre, non dimentichiamo che qualche anno fa, quando Internet non esisteva ancora, ogni studente poteva scopiazzare con facilità da un qualsiasi libro preso in biblioteca. E dunque, alla fin fine, la cosa non cambiava (a parte che serviva più tempo e più fatica manuale). Ma un bravo insegnante si accorgeva (e si accorge) sempre se un testo è copiato male e alla “va là che va ben”.
Alcuni studiosi pensano che anche i difetti di Internet possano venir usati in modo educativo.[...]
Il caso della Hegman esemplifica anche quello che potrebbe essere il punto culminate, il corto circuito, tra quella che è la distinzione tra autore e lettore. Con il web e grazie all’ipertesto, il lettore non è più passivo ma attivo, ha la possibilità di scegliere i percorsi con cui attraversare l’opera. L’autore, nel web, demanda, concede al lettore delle libertà che con il libro non esistevano.
Il lettore, quindi, non è solo lettore ma partecipa attivamente al processo creativo creando il proprio percorso di lettura tra i link. Landow parla di scrittura in collaborazione, un tipo di scrittura che vede lo scrittore, il lettore, il mezzo tecnologico interagire in modi completamente diversi rispetto a quelli a noi noti di autore, lettore, editore come figure distinte.
La Hegman non ha fatto altro che incarnare, materializzare il suo percorso di lettura in un’opera letteraria.
Ecco, quello che poteva fare la giovane scrittrice:
1) Dichiarare apertamente di avere copiato delle parti da altri autori.
2) Modificare ad arte le parti copiate per renderle irriconoscibili,
3) Dichiararsi Neonista
Riguardo il terzo punto, i Neonisti affermano che:
il plagiarismo è il metodo artistico realmente moderno. Il plagiarismo è il crimine artistico contro la proprietà. È un furto e nella società occidentale il furto è un atto politico.
E ancora:
Non bisognerebbe dimenticare che il plagiarismo é un esercizio altamente creativo e che con ogni atto di plagiarismo si porta un nuovo significato all’opera plagiata. Sfortunatamente, ciò non cambia il fatto che le forze capitalistiche che controllano la cultura occidentale abbiano dichiarato illegali il plagio di testi moderni. Però non permettere che questo ti scoraggi dal plagiare testi moderni. Poche sagge precauzioni ti proteggeranno dall’essere perseguito penalmente. La regola basilare per evitare di infrangere la legge sul copyright é di prendere l’idea e lo spirito di un testo senza plagiarlo di fatto parola per parola. Uno dei migliori esempi di questa tecnica é 1984 di Orwell – che é direttamente un rimaneggiamento di We di Zamyatin. Chiunque abbia un serio interesse nel neo-plagiarismo dovrebbe spendere un po’ di tempo nella comparazione di questi due testi.
Helene Hegemann è una Neonista; ma non sa di esserlo.