Helldivers – Come diffondere democrazia nella galassia

Da Videogiochi @ZGiochi
di Giovanni "Giopa" Panzano

Considerando che l’attesa di titoli quali Bloodborne, The Witcher 3: Wild Hunt e Batman: Arkham Knight non sarà delle più brevi, non resta che occupare i giorni che ci separano dal nostro titolo preferito con un ottimo titolo indie. Proprio per questo, cade a fagiolo l’uscita sulle tre piattaforme principali Sony (PS3, PS4 e PS Vita) di Helldivers, particolare sparatutto realizzato dai ragazzi di Arrowhead Game Studios, conosciuti principalmente per il loro Magicka e il recente reboot della serie Gauntlet. Noi, grazie ad un codice fornito da Sony, siamo riusciti a mettere le nostre mani sulla versione completa del titolo e a giocarlo a fondo. Ecco la nostra recensione.

Caution: friendly fire

Helldivers ci permette di impersonare una nuova recluta dell’omonimo team, che in un futuro non troppo lontano è costretto a lottare contro ben tre diverse razze aliene per affermare il potere della Super Terra sui vari pianeti e mettere le zampe sulle relative risorse. L’aspetto più strambo del gioco è che tutto questo è rappresentato in maniera piuttosto comica, con un filmato iniziale che descrive la squadra di Helldivers come un gruppo che, citando testualmente, “esporta la democrazia controllata in tutta la galassia“. Potete quindi intuire che l’atmosfera che si respira è sempre poco seria, con gli stessi protagonisti che, nel bel mezzo della battaglia, non si tratterranno dall’urlare frasi ad alto tasso di patriottismo, cosa in grado di strappare più di un sorriso agli amanti del genere.

Passiamo però al gameplay del gioco, che all’apparenza può sembrare un classico twin stick shooter con visuale isometrica, ma che in realtà nasconde meccaniche interamente basate sulla cooperazione e sull’azione tattica piuttosto che sul mero sparare agli alieni e accumulare punteggi con i soliti moltiplicatori, qui praticamente inesistenti. Fortunatamente il titolo ci permette di apprendere tutte le meccaniche di gioco attraverso un breve tutorial, dopodiché verremo posizionati all’interno della sala di comando della nostra nave, vero e proprio hub di gioco. Da questa stanza si potrà modificare l’equipaggiamento, approfondire tutto ciò che riguarda la lore di gioco e, cosa più importante, accedere alle varie missioni. La galassia presenta tre diversi settori, ciascuno controllato da una delle tre razze aliene: gli Insetti, gli Illuminati e gli Androidi. Selezionata una missione, verremo trasportati all’interno di una mappa generata proceduralmente, dove saremo chiamati a completare uno o più obiettivi per poi procedere al punto d’estrazione. Detta così sembrerebbe quasi banale, ma in Helldivers non c’è nulla da dare per scontato, infatti dovremo tenere costantemente conto della presenza del fuoco amico, che può causare la morte di uno dei quattro giocatori in qualunque momento e per svariate cause, partendo dal semplice proiettile sparato nel momento sbagliato all’arrivo sopra le nostre teste di uno stratagemma. Questi ultimi sono probabilmente l’aspetto più interessante del gameplay e consistono in consegne aeree di armi, torrette, munizioni, mezzi e alleati, visto che, una volta morti, i compagni andranno richiamati in questo modo. Ovviamente in tutto questo ci sono aspetti positivi e negativi, visto che non solo il bilanciamento di armi e stratagemmi non sembra perfetto (vedrete quasi sempre utilizzare gli stessi dagli altri giocatori, come l’esoscheletro), ma la presenza dei decessi accidentali potrebbe farvi incappare in qualche simpaticone che si diverte ad eliminare i compagni o magari gli ostaggi da salvare. In aiuto a questa situazione c’è la possibilità di elogiare o denunciare un giocatore, ma solo il tempo potrà dirci se tale sistema avrà un’effettiva utilità contro questi fastidiosi personaggi. Va comunque detto che, vista la totale assenza di giocatori controllati dall’IA, è caldamente consigliato giocare il titolo con degli amici, possibilmente tre. Questo non solo perché Helldivers dà il massimo in cooperativa ma, vista anche la mancanza di una difficoltà in grado di adattarsi al numero di giocatori, potrebbe rendere le fasi avanzate di gioco davvero frustranti.

Attraverso il nostro hub avremo accesso a tantissime missioni, il cui livello di difficoltà varia da 1 a 12. Questo numerino non solo determina il numero e la tipologia di nemici presenti sulla mappa, ma ci permette anche di sbloccare equipaggiamenti più potenti e avere una maggiore influenza nella lotta globale. Infatti ogni missione completata con altri giocatori andrà ad influire nell’andamento della guerra con ciascuna delle singole razze, il che porterà alla generazione di ulteriori missioni con ricompense extra, come moltiplicatori dell’esperienza. Accumulare exp è infatti necessario non solo per avanzare di livello e sbloccare personalizzazioni, ma anche per mettere da parte punti da spendere nella modifica delle armi e degli stessi stratagemmi. Ovviamente ottenere tutto ci costerà un’enorme fatica, poiché dovremo completare le missioni più ardue oltre al semplice level up.

Per quello che riguarda l’aspetto tecnico, non siamo certo di fronte ad un titolo in grado di lasciarci a bocca aperta, ma c’è da dire che non è questo l’obiettivo primario del gioco e l’aspetto grafico, sebbene più che dignitoso, passa assolutamente in secondo piano. Le mappe di gioco sono infatti realizzate piuttosto bene, ma i modelli dei personaggi sono poco dettagliati e gli stessi nemici non spiccano certo per originalità dal punto di vista artistico, oltre che per la realizzazione dei modelli. Mentre è possibile chiudere un occhio su quanto detto sopra, è davvero inspiegabile l’assenza della possibilità di cambiare il colore del personaggio, cosa che rende spesso difficile individuare chi stiamo controllando, nonostante la presenza del nostro nick di fianco al nostro avatar. Anche il comparto sonoro si attesta sulla sufficienza, con un discreto doppiaggio completamente in italiano che di certo farà piacere a molti videogiocatori. Trattandosi poi di un’esclusiva Playstation, abbiamo potuto notare svariate funzionalità legate al pad di PS4, come l’utilizzo piuttosto sensato dello speaker integrato nel DualShock 4, in grado di segnalarci quando il caricatore sta per esaurirsi o quando stiamo per rientrare in partita, e il supporto del touchpad per osservare la mappa. Essendo poi il titolo cross-buy, non poteva certo mancare l’utilissima funzione cross-save, che ci permetterà di passare da una versione all’altra del titolo mantenendo i progressi.


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