Giunto al suo ottavo capitolo (ed ultimo, in attesa di un remake) la saga creata dal genio di
Clive Barker cede, dopo dignitosi prodotti volti ad approfondire la mitologia infernale dei Cenobiti e della scatola di Le Marchand, alla soluzione facile della contaminazione videoludica. Scelta quanto mai infelice, considerati illustri precedenti quali
Halloween – La resurrezione (2002), imbarazzante tentativo di svecchiare il format attraverso un reality show trasmesso in tempo reale sul web.
"Pinhead torna per terrorizzare cinque amici fan sfegatati di Hellworld, gioco online direttamente ispirato ad Hellraiser (sic!). I ragazzi vengono invitati in una casa il cui padrone è il padre di Adam, un loro amico fan di qualsiasi cosa riguardasse Hellraiser e Le Marchand. Il padrone di casa, adirato con gli amici di Adam per non averne evitato il suicidio, organizza una festa-evento chiamata appunto Hellworld, certo che anche i cinque amici si sarebbero presentati"
Bota, alla terza regia per la serie, è in vistosa difficoltà: teen comedy tinta di nero o inside-joke metacinematografico? In conclusione, un pasticcio di matrice televisiva girato in maniera svogliata ed involontariamente comico (si veda il coinvolgimento nel progetto di Lance Henriksen, spesso disorientato dallo script superficiale ed insensato), privo di tutto il fascino che i precedenti sette capitoli erano riusciti sapientemente ad evocare.
Una pessima conclusione per una saga di tutto rispetto che, una volta tanto a ragione, non ha conosciuto alcuna distribuzione nei circuiti home video o televisivi Italiani.
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