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Helvetica, è veramente un amore difficile da spiegare.
Ogni professione ha la sua ossessione, o almeno lo spero. Immagino chirurghi che provano una passione sfrenata per il bisturi, ingegneri per calcolatrici all’ultimo grido..
Per grafici, o amanti del design in generale c’è questa specie di ossessione per l’HELVETICA, questo font così pulito, semplice, ma che ha cambiato il modo di pensare alla tipografia nei giorni nostri.
Ecco che da questa ossessione nascono gadget come questi, gadget indispensabili aggiungerei!
Le HelvetiCards sono ideali per tutti quei designer che hanno voglia di giocarsi a poker il loro misero stipendio da stagisti, ma che voglio restare in mutande con lo stile di queste carte!
HELVETICA KILL COMIC SANS!
10$ al mazzo, un affare!
Le potete trovare qui http://helveticards.uberdm.com/
Breve storia dell’HELVETICA in Italia by Giulia Cignacco!
La prima volta che l’Helvetica arrivò in Italia fu grazie allo stampatore Nava che andò a comprare in Svizzera questo font, che allora si chiamava Neue Haas Grotesque, per richiesta esplicita di Massimo Vignelli e Bob Noorda che lo volevano per i loro progetti grafici. Nava andò, acquistò i blocchetti di piombo delle varie dimensioni e pesi e li caricò tutti in macchina pronto per tornare in Italia. Alla frontiera però fu fermato dai doganieri che gli chiesero perchè la sua macchina fosse così pesante da viaggiare lenta. Dopo aver controllato il carico, chiesero a Nava di pagare una cifra esorbitante per poter portare quei blocchetti di piombo in Italia, una cifra così alta che Nava non potè pagarla e dovette lasciare il carico alla dogana che andò perso.
Gli toccò tornare, ricomprare il carico dalla tipografia svizzera e tornare in Italia per un’altra strada, dove non dovette pagare dazi
4 commenti
Vi racconto questa: La prima volta che l’Helvetica arrivò in Italia fu grazie allo stampatore Nava che andò a comprare in Svizzera questo font, che allora si chiamava Neue Haas Grotesque, per richiesta esplicita di Massimo Vignelli e Bob Noorda che lo volevano per i loro progetti grafici. Nava andò, acquistò i blocchetti di piombo delle varie dimensioni e pesi e li caricò tutti in macchina pronto per tornare in Italia. Alla frontiera però fu fermato dai doganieri che gli chiesero perchè la sua macchina fosse così pesante da viaggiare lenta. Dopo aver controllato il carico, chiesero a Nava di pagare una cifra esorbitante per poter portare quei blocchetti di piombo in Italia, una cifra così alta che Nava non potè pagarla e dovette lasciare il carico alla dogana che andò perso.
Gli toccò tornare, ricomprare il carico dalla tipografia svizzera e tornare in Italia per un’altra strada, dove non dovette pagare dazi.
Ciaoooo!!!
oh oh oh ma questo è hot gossip!
Ahahah! Questo è il gossip che ci piace!!!
eheheh…in svizzera funziona tutt’ora così!
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