Hereafter

Creato il 09 gennaio 2011 da Mcnab75

Hereafter

di Clint Eastwood

USA 2010

Clint Eastwood è una delle poche certezze rimaste nel cinema. Unico regista, o quasi, in grado di coniugare film di grande levatura con una qualità nettamente superiore alla media.

Hereafter è l'esempio perfetto di un'opera corale non urlata, scarna nella sua essenzialità narrativa, scevra da ammiccamenti al pubblico ed epurata di fracasso, di urla, di botti e schiamazzi.

Hereafter è cinema nel senso più classico e puro del termine. Può piacere o non piacere, ma Eastwood ci racconta una storia, anzi, tre storie, attraverso personaggi veri, non stereotipati, protagonisti fatti di pensieri e sentimenti, ancor prima che di semplice presenza scenica.

In teoria Herafter è un film che parla della ricerca, casuale e non programmata, di ciò che avviene dopo la morte. Ossia tratta delle esperienza di NDE (near death experience) di cui tanto spesso abbiamo trattato su questo blog. L'argomento è però trattato dal lato umano, senza morbosità, senza infiltrazioni di elementi thrilleristici. Perfino l'elemento paranormale della storia è una pennellata, un ingranaggio tanto funzionale quanto invisibile, che fa da collante a tutto il resto.

Ma è chiaro, o almeno così a me sembra, che Eastwood abbia voluto soprattutto raccontare tre storie di solitudine umana. Senza piagnistei e senza melensaggini.

È la solitudine di George (Matt Damon), sensitivo suo malgrado, incapace di condurre una vita normale perché, toccando le persone, riesce a entrare in contatto coi loro familiari defunti e passati in un indefinito aldilà.

È la solitudine di Marie (una luminosa Cécile De France), giornalista francese di successo, coinvolta nello tsunami del sud-est asiatico, e lì protagonista di un esperienza NDE che le cambierà radicalmente la vita.

È la solitudine di Markus, un ragazzino inglese che perde il fratello gemello in un incidente d'auto, evento che lo condurrà a una triste ricerca per scoprire cosa ne è stato di lui, ora che il suo corpo fisico è morto. Una ricerca tra cialtroni, preti svogliati e veri e propri sciacalli del dolore umano.



Dicevamo dunque che Hereafter è una storia che parla di solitudine. Aggiungerei che parla anche di morte, ma è forse scontato dirlo. Quello che stupisce è che riesce a farlo senza morbosità. Altrove ho letto che questa mancata di ricerca della lacrima facile sarebbe sintomo di scarse emozioni. Io consiglio a questi critici di vedersi qualche “buon” film italiano, dove non mancano mai tragedie amorose e surreali psicodrammi recitati sopra le righe. Io, grazie a Dio, mi tengo la delicatezza di Hereafter.

Matt Damon nei panni di sensitivo è credibile, delicato, a tratti toccante. Tutto il contrario di ciò che ci si aspetterebbe in un film sulla ricerca dell'aldilà. Non solo: Eastwood riesce a lasciare fuori dalla pellicola ogni possibile risposta religiosa all'argomento “vita dopo la morte”. Anzi, quando inevitabilmente i dogmi delle grandi religioni cercano di entrare a sportellate nel dramma di Markus, il messaggio che traspare è quello di una loro grande, profonda inadeguatezza nel fornire vere risposte alla grande domanda che prima o poi ci troveremo tutti ad affrontare.

Una sceneggiatura molto lineare, che va però a incastrarsi in un finale corale molto ben pensato, permette allo spettatore di concentrarsi sulla storia, senza doversi arrovellare nel seguire sottotrame astruse che avrebbero rovinato l'insieme, perfettamente armonico, del film.

Se vogliamo trovare un difetto nella pellicola, è il mancato approfondimento di una tematica che salta fuori più o meno alla fine del film, ossia la presunta “congiura del silenzio” sulle ricerche scientifiche riguardanti l'aldilà. Quel che Eastwood ci fa intuire è che, in realtà, esisterebbero già diverse prove scientifiche sulla reale persistenza dell'anima umana (chiamiamola così per convenienza) dopo la morte. Tuttavia ci sono forti interessi che tendono a non far emergere queste prove, partendo dalle grandi religioni, passando poi per il mondo medico e accademico.

Ma forse è un bene che questo rimanga solo uno spunto, un accenno buttato lì per chi vuole approfondire l'argomento da sé.

Hereafter è un film perfetto così. Da vedere e ammirare.

L'arte quasi sconosciuta di fare buon cinema.

- - -

Per approfondire:

Out of body experience

Afterlife, i 21 grammi dell'anima


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