Il “Re Mida” Clint Eastwood continua a stupirci affrontando ogni volta argomenti diversi, con “Hereafter”, suo ultimo film, è la volta dell’aldilà. Che cosa c’è dopo la morte?
I più cattivi dicono che il regista dagli occhi di ghiaccio stia iniziando a porsi queste domande a causa della sua veneranda età, noi buoni, invece, sappiamo che al grande Clint piace mettersi alla prova e affrontare temi sempre diversi!
Con lui ancora Matt Damon, per la seconda volta consecutiva dopo “Invictus”, il biopic su Nelson Mandela del 2009. Insieme a lui Cecile de France e George & Frankie McLaren.
Non è l’Eastwood del 2008 quello che ci aveva regalato “Changeling” e lo splendido “Gran Torino” è più l’Eastwood di “Invictus” quel film che si lasciava vedere gradevolmente ma che non era memorabile.
Hereafter ce l’ha qualche buon momento, qualche scena che scuote lo spettatore. Tutte quante arrivano dalla storia con protagonista il piccolo Marcus. Mi riferisco sia alla perfetta introduzione iniziale, dalla presentazione della famiglia fino alla tragica morte di uno dei due gemelli. Poi alla fantastica scena della metropolitana di Londra (la migliore del film) e all’ultima insieme a Matt Damon nella stanza d’albergo che precede il finale.
Il problema è che da Clint ci si aspetta sempre di più (giustamente!). Del resto quando uno sforna film come “Million Dollar Baby”, “Gran Torino”, “Changeling” e “Mystic River” è automaticamente colpevole delle enormi aspettative del pubblico!
Stavolta non siamo su quei standard. C’è una regola però ed è giusto continuare a rispettarla. Se Clint Eastwood fa un film lo si va a vedere. E non è ruffianeria, ma semplicemente il rispetto verso un maestro al quale non possiamo rimproverare un buon film solo perche ne ha fatti di eccellenti.
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