Heroes of the Storm – Il moba per chi non ama i moba

Da Videogiochi @ZGiochi
di Michele Lerda

Per Blizzard il 2015 si prospetta come un anno incredibilmente febbrile, giusto qualche mese fa alla Blizzcon abbiamo avuto un assaggio della sua nuova IP Overwatch, intrigante fps che strizza l’occhiolino alla community di Team Fortress 2, ed altri titoli della casa di Irvine. I ragazzi californiani oltre che per la qualità dei loro giochi sono famosi anche per i tempi biblici che richiede lo sviluppo di ognuno di essi. Con queste premesse non potevamo che accogliere a braccia aperte la notizia sulla imminente closed beta di Heroes of Storm, gioco su cui per numerose ragioni i papà di Warcraft puntano tantissimo. Da un paio di mesi abbiamo la possibilità di provare il nuovo Hero Brawler, la classificazione di Moba non è mai piaciuta a Blizzard, e dopo aver effettuato numerose partite e provato quelle che probabilmente saranno le meccaniche finali siamo pronti a darvi una nostra impressione. Per la cronaca Heroes of Storm non è un clone di Dota 2 o League of Legends, anzi è totalmente diverso nella filosofia e nel gameplay anche se alcune cose sembranno molto simili, soprattutto con il gioco sviluppato da Riot.

Diamo inizio alla battaglia

Il mercato dei moba è indubbiamente molto particolare, ogni anno nuovi giochi di questo genere nascono e muoiono senza neanche avere la possibilità di mostrare tutto il loro potenziale, schiacciati sotto il peso di titani come Dota 2 e League of Legends. Presenti sul mercato fin dagli albori del genere (si può dire che l’abbiano creato loro) i due giochi offrono una quantità di contenuti enorme, praticamente impossibile da rivaleggiare se non nel lunghissimo periodo, e un gameplay abbastanza differente per riuscire ad accontentare i gusti della maggior parte dei giocatori. L’unica azienda che potrebbe riuscire a ritagliarsi un posto in un mercato così agguerrito è effettivamente Blizzard, con il suo universo di personaggi tanto variegato quanto apprezzato e conosciuto dal pubblico.

Lanciato il gioco, un comodo tutorial ci spiega le basi del gioco, prima ancora delle meccaniche siamo stati piacevolmente colpiti dal fatto che nonostante siamo ancora in fase alpha tutti i contenuti siano già stati tradotti e doppiati in italiano. Risulta evidente fin da subito come Heroes of the storm cerchi di offrire un’esperienza completamene differente da quella proposta da altri giochi, scelta indubbiamente intelligente, cercando di reclutare utenti tra chi per svariati motivi non riesce ad apprezzare i moba. Le battaglie si sviluppano all’interno di Battleground, arene interattive in cui oltre a prenderci a botte con la squadra avversaria avremo numerose missioni da compiere. Le aree di gioco sono di dimensioni differenti ma, complessivamente sono abbastanza piccole se paragonate alla concorrenza. Il lato PVE farà sempre da padrone, i giocatori dovranno svolgere vari compiti come raccogliere dobloni, prendere possesso di determinati campi di mercenari o abbattere demoni che daranno un successivo buff. All’interno di questi campi di battaglia troveremo numerosi elementi che molti giocatori già conoscono come cespugli in cui nascondersi o torrette da abbattere, queste però avranno un numero di proiettili limitato che una volta terminato le renderà inerti, scelta voltata a rendere molto veloce la durata della partita. I battleground provati offrono una buona varietà di gioco con partite abbastanza differenti ogni volta.

In Heroes of The storm non esiste il concetto di “Io”, naturalmente ci possono essere giocatori bravi e giocatori cattivi ma tutto quanto è studiato per appianare le differenze di skill all’interno di una squadra. Al posto di avere un livello per ogni eroe ne troverete uno unico per tutto il team, l’esperienza è condivisa e tutti otterranno beneficio anche dal lavoro dei compagni. Un ulteriore elemento di differenza con gli altri giochi è l’assenza di gold e di conseguente mancanza di oggetti da acquistare, ogni eroe possiede tre abilità di base disponibili fin dalle prime fasi, più una ultimate sbloccabile raggiungendo il livello dieci. Procedendo con il livellaggio si avrà la possibilità di scegliere come potenziare il nostro personaggio tra buid differenti scegliendo di volta in volta tra due potenziamenti molto differenti, come l’opzione che ci conferisce più danni o un range maggiore di attacco, oppure tra più danni o una stat passiva da support. Il modo in cui sceglieremo di potenziare il nostro personaggio avrà un grossa ripercussione sull’andamento della partita e la differenza tra un buon giocatore e uno scarso si vedrà anche dalla capacità di interpretare l’andamento del match e compiere la scelta adeguata. I personaggi presenti al momento si dividono a seconda del ruolo interpretato e a seconda della difficoltà di utilizzo, un personaggio più semplice non vuole dire che per forza è meno efficace in battaglia ma, avrà un maggiore numero di abilità passive.

Il gameplay proposto è indubbiamente più user friendly rispetto a League of Legends e ancora di più se paragonato a quello ultra punitivo di Dota 2. Anche i personaggi più leggeri fin dall’inizio hanno un quantativo di energlia piuttosto elevato e a mano di errori macroscopici risulta difficile morire nei primi istanti. Lo stesso discorso lo si può fare sulle abilità, fin da inizio partita ne avremo ben tre di base sbloccate corredate da un quantitativo di mana generoso da usare senza particolari remore. Le impostazioni di Heroes of the Storm spingono verso una team fight costante, le piccole mappe possono essere attraversate ancora più velocemente invocando una “mount”. Nel caso di ferite il tasso di rigenerazione della salute è piuttosto alto, se non bastasse vicino all’area di partenza troveremo delle fontane rigeneranti, inoltre eliminando i creep otterremo globi curativi utili per tornare nella mischia senza dover viaggiare fino alla base. È bene precisare come le mappe abbiano un ruolo fondamentale all’interno della partita e le varie missioni che ci verranno assegnate non siano un semplice riempitivo ma uno dei punto focali per vincere lo scontro. In Haunted Mines potremo viaggiare attraverso una mappa posta su due livelli differenti, in particolari occasioni potremo scendere nella profondità della miniera per raccogliere più ossa degli avversari, cosa che potenzierà un demone che verrà evocato successivamente. In Cursed Hollow con il nostro team dovremo conquistare e mantenere il controllo su tre campi neutrali che forniranno un buff importante. Conoscere tutte le peculiarità dei battleground sarà fondamentale per vincere gli scontri contro le squadre meglio organizzate. Complessivamente con le sue partite piuttosto veloci, circa 20 minuti ciascuna Heroes of the Storm si mette in una posizione di grazia nei confronti di chi non ha la classica ora necessaria per portare a terminare uno scontro negli altri moba. Un altro elemento che potrebbe far storcere il naso ai puristi ma si farà apprezzare da chi cerca un gioco più rilassato è la costante possibilità di rimontare. L’effetto “snowball” è decisamente limitato e anche nelle partite vinte con il doppio delle uccisioni il nostro livello di squadra sarà molto simile a quello degli avversari. Questo non vuol dire per forza un effetto casual o sbilanciato, l’abilità di coordinarsi come team farà la differenza. Al momento ci sono eroi più potenti di altri però è effettivamente ancora troppo presto per parlare di metagame e di fare i calcoli su quale sia il miglior pick.

Il modello economico proposto è simile a quello di League of Legends con un pool di eroi gratuito a rotazione e tutti gli altri disponibili o a pagamento con valuta reale o soldi in-game. Il prezzo varia a secondo della popolarità e fattore novità, passando dai 3,5€ ai 9€ a personaggio, oltre agli eroi ci sono numerose skin e mount da acquistare, alcune faranno veramente piacere agli amanti del mondo Blizzard. Per ottenere denaro in game Heroes of the Storm propone delle Daily Quest di stampo classico: vinci tre game, ecc. Allo stato attuale per racimolare i 10.000 gold richiesti per i personaggi più cari ci vogliono tra i venti e i trenta giorni, anche se all’inizio il gioco da una buona iniezione di denaro utile a procurarsi un gruppetto di personaggi base.


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