Stagione dopo stagione Heroes perde qualcosa: la capacità di andare avanti. Quella bellezza che avevamo visto tutti nella prima stagione va scemando, lasciando il posto alla noia. La seconda è ancora guardabile, nonostante non si riesca mai ad arrivare a una svolta nella storia, quella che aspettavo sin dalla prima stagione: gli individui straordinari si riuniscono in una sorta di team. Questo non accade mai. Tutti i personaggi rimangono più o meno slegati tra loro, solo alcuni hanno le informazioni necessarie per conoscere tutta la storia, gli altri fanno da contorno (un po’ il problema che ho riscontrato anche nella prima stagione di Sense8). La terza stagione, che continua direttamente la storia iniziata sulla seconda è una noia mortale, tanto che un buon 80% di pubblico, me compreso, se ne va prima della fine. La quarta e ultima stagione datata 2010, infine, credo sia stata vista solo dal cast della serie e da pochissimi coraggiosi.
A cinque anni di distanza dalla fine di Heroes, invece, la NBC ha una nuova idea ben poco rivoluzionaria: rilanciamo Heroes, mettendogli davanti l’aggettivo “Reborn”. Una nuova serie, quindi, che parte da quella precedente prendendo a modello, però, quasi esclusivamente la prima e la seconda stagione. Cosa vuol dire questo? Significa che i fatti narrati sulla terza e quarta stagione sono comunque avvenuti nell’universo narrativo, ma non verranno toccati da eventuali salti nel passato. L’idea, ammettiamolo, non è del tutto errata, perché Heroes aveva un’idea di fondo piuttosto buona…il problema in questo caso è solamente uno e si è già presentato con il pilota: Heroes Reborn è una serie per chi seguiva Heroes o tutti possono vederla? Purtroppo è una serie per chi seguiva Heroes, o almeno si ricorda qualche pezzo e qualche faccia, altrimenti si rischia di non capirci nulla di nulla.
Comunque in questo pilota ci viene presentato un mondo ormai venuto a conoscenza della presenza degli umani potenziati, o Evo (anche grazie agli avvenimenti della quarta stagione…eh lo so, si contraddicono subito) che fatica a unire le due “razze” (un po’ il paradigma alla base degli X Men). A Odessa viene organizzato un meeting fra umani ed evo per la pace fra le specie, ma durante il raduno un attacco terroristico distrugge la città. Pochissimi i sopravvissuti, fra i quali c’è Noah Bennet (nella prima stagione era il padre di Claire e cacciatore di superumani per la Primatech). A un anno di distanza, conosciamo vari umani potenziati, protagonisti di questa nuova stagione: c’è il ragazzino che teleporta le cose, c’è quello che manipola i pensieri, c’è quella che fa ombrocinesi (boh!) e così via. In mezzo a loro ci sono anche due cacciatori di evo, che hanno deciso che tutti devono morire dopo aver perso il figlio a Odessa. Poi c’è il luchador messicano che combatte per gli evo e, infine, lo stesso Bennet.
A quanto pare alla base della storia ci sarà un qualche super evento cosmico che i potenziati dovranno combattere, ma ancora è difficile stabilire quale sia. Fra i grandi ritorni, invece, della serie possiamo annoverare quello di Hiro (il giapponese del trasporto con la spada), Matt (il poliziotto veggente) e lo stesso Bennet…degli altri non è dato sapere.
La domanda finale a questa recensione, infine, è: questo pilota ci ha soddisfatto? La risposta è…no. Gli obbligatori riferimenti alle vecchie stagioni, rendono Heroes Reborn una serie di nicchia, ma anche riniziare una storia da capo senza collegamenti con la precedente, sarebbe stato abbastanza brutto. La scelta tra reboot e sequel, alla fine è caduta su sequel, ma probabilmente non è stata la scelta migliore. Forse quello che non va in questa serie è proprio l’idea che sta alla base: riproporre una serie che ha subito un fallimento al grande pubblico.