è un mondo di adulti osservato con gli occhi straniati di un bambino. un mondo di adulti che appare grottescamente squallido, immensamente deprimente, emotivamente instabile, sull’orlo dell’implosione. il piccolo TJ è circondato da varie categorie di falliti e borderline: in primis, il padre, divenuto l’ombra di sé stesso dopo la morte della moglie: sciatto, assente, trasandato, stordito dalle pillole- totalmente incapace di badare al figlio. a lui si andrà ad aggiungere- con un espediente narrativo sfacciatamente irresistibile- lo squatter Hesher, metalhead psicolabile e piromane, volgare, beone, strafatto, pericoloso e impulsivo. l'ingresso di Hesher (nella casa così come nel racconto) è vagamente reminiscente del Teorema pasoliniano: un estraneo misterioso che entra nelle vite dei protagonisti, sconvolgendole completamente.
II. the four horsemen (notizie dal carrozziere?)
ma l’opera è, soprattutto, il bildungsroman interiore di TJ: del suo primo affacciarsi nel mondo degli adulti e del mare di merda che gli viene dato in risposta. tra i bulli a scuola (il leit-motiv della macchina), l’inadeguatezza dei genitori (l’inerzia decisionale del padre), il pericoloso magnetismo del possibile amico Hesher e l’insicurezza e l’instabilità della cassiera Nicole- per la quale si è preso una cotta- sono segnali che mandano solo sentimenti negativi, generandogli sfiducia, rabbia, delusione, paura. il ricordo della madre defunta sembra essere l’unico palliativo. oppure no: c’è anche la nonna. una nonna che fuma il bong e non si scompone di una virgola quando si ritrova Hesher in casa: una nonna che tenta di fare da collante tra i pezzi in frantumi della pseudo-famiglia che ha da mandare avanti, che desidera solo il bene, del figlio e del nipote, e che si ritrova completamente ignorata e trattata con superficialità. e dire che voleva solo fare una passeggiata…
titolo originale: Hesherun film di Spencer Susser2010