Secondo estratto su 7” da XI dei danesi Hexis, questa volta per presentare i due brani che chiudono un album uscito finora in formato cd e cassetta, ma non in vinile. Ancora una volta, la loro proposta in note è espressione di un postcore tagliente e ricco di personalità, al cui interno trovano rifugio derive noise e furia iconoclasta black metal, ma anche una forte componente di energico hardcore dall’impatto devastante e, persino, scorie di straziante post-screamo di scuola francese. Il linguaggio degli Hexis tende a fagocitare tutti questi elementi per poi rovesciarli sull’ascoltatore senza soluzione di continuità, come nell’opener “Seputus”, in cui clangori noise e urla strazianti si placano all’improvviso per lasciare che una cascata di feedback annunci l’ingresso di un giro sinuoso, dilatato e a suo modo avulso da ciò che ci si sarebbe attesi. Ma è un attimo, uno sprazzo su cui insiste con sempre maggior forza una compulsione percussiva, dall’incedere tribale e ancora una volta straniante, prima che il cielo si apra e lasci cadere schegge di suono forgiato nel metallo fuso e ancora caldo di fornace. Gli Hexis sono tutto questo e molto altro ancora, faranno la gioia di chi ama l’hardcore evoluto e non disdegna di flirtare con incursioni spiazzanti, non ha paura di lasciarsi andare oltre i sicuri steccati del proprio genere e non ha problemi a raccogliere quanto seminato in altri campi e con altri metodi. A questo punto piacerebbe che la band finisse la ristampa dell’album su 7”, così da avere per le mani l’intera tracklist… in fondo mancano solo due brani.
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