Harry Potter e i doni della morte: Parte I(USA, UK 2010)
Titolo originale: Harry Potter and the Deathly Hallows: Part I
Regia: David Yates
Cast: Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, Ralph Fiennes, Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Bonnie Wright, Tom Felton, Evanna Lynch, Bill Nighy, Rhys Ifans, John Hurt, Jason Isaacs, Clémence Poésy
Genere: magico
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Harry Potter
Trama semiseriaTutti danno la caccia a Harry Potter. Chissà perché? Eppure è così simpatico con quegli occhialini tondi e quell’aria da secchione e lo sguardo da: “Io sono meglio di tutti voi stupidi babbani!”. Un mistero davvero inspiegabile, che pare abbia commosso anche
Gheddafi; il Rais sembra infatti si sia riconosciuto in questa insensata caccia all’uomo al punto da arrivare alle lacrime, chiedendosi: “Ma perché tutti ci vogliono morti? Peeeerché?”
Recensione cannibaleE così siamo arrivati all’ultima avventura per il 4occhi Harry Potter, quello zoccolone di Hermione e il rosso
Red Ronnie. Scherzo, naturalmente, ché io a sti ragazzetti voglio un bene dell’anima come fossero fratellini miei e a Hermione come a una cugina di terzo grado, una di quelle scopabili senza un rischio troppo elevato che vengano fuori dei figli handicappati, per capirci.Ok, dopo essermi sfogato con questo momento molto poco politically correct che mi avrà fatto perdere qualche unità nel counter dei lettori fissi, mi spreco e cerco di concentrarmi sul film. Certo che pure io vado a cercarmele, visto che
l’ultima volta che ho osato fare ironia sulla saga dal seguito di tipo religioso della J.K. Rowling avevo toccato un tasto delicato come solo quando avevo scherzato sulla
Sacra Sindone. E tra un po’ arriverà pure la beatificazione di Woytila… ahia, mi sa che quell’argomento è meglio non affrontarlo che poi mi cancellano il blog del tutto.Che poi mi piacciono anche, i film di Harry Potter, però se non si è proprio appassionati al 200% di questo magico mondo a tratti sono anche un pochetto noiosi -e dai, ammettiamolo- e quindi se non si divaga un attimo il rischio di appisolarsi è alto. Zzzzzzzz
La partenza di questi doni della morte comunque è davvero notevole, con una frase solenne di quelle da incorniciare e adattissime anche all’infuori del contesto potteriano:
Questi sono tempi duri, non lo si può negare. Forse il nostro mondo non ha mai affrontato una minaccia come quella di oggi. Ma io dico questo a tutta la cittadinanza: noi, sempre vostri servitori, continueremo a difendere la vostra libertà e a respingere le forze che tentano di portarvela via.
Esattamente quanto sta facendo il nostro Governo: difendere la nostra libertà. Non vi pare?
Dopo una frasona subito da incorniciare, c’è una scenona ancor più magnifica con Hermione/
Emma Watson che si autocancella dalle foto e dai ricordi dei genitori. Un inizio da lacrime agli occhi che sembra preludere a un capolavoro, ma poi il film si attesta su standard potteriani più consueti. Standard abbastanza buoni, per carità, però dopo un attacco così fulmineo era lecito attendersi un qualcosa di più, che magari -lo spero- arriverà con la parte II, la vera fine
di tutto. O almeno, la fine di tutto per i potteriani. Perché noi babbani a forza di appassionarci alle vicende dei maghetti saremo anche diventati mezzosangue, ma della fine delle avventure di Potter e Co. ce ne potremo fare anche una ragione.
Le vicende di quest’ultimo episodio si fanno più interessanti visto che (finalmente per noi babbani) viene abbandonata la cara vecchia Hogwarts in favore del mondo reale, che poi così reale non è visto che gli ambienti rimangono comunque fortemente magici e (quasi) meno realistici di un reality-show. Viene quindi introdotta qualche situazione curiosa di semi-normalità, come quando i tre maghetti vanno a prendere un cappuccino in un bar e sembrano spaesati quanto i tre “cloni” in una scena analoga di
Non lasciarmi - Never Let Me Go. Io però continuo ad aspettarmi ancora di più in questo senso dalla parte II, tipo uno scenone in cui Harry, Hermione e Ron vanno già in un locale underground e si sballano come la Nina di
Black Swan o come i loro coetanei di
Skins e
Misfits. Mi rendo conto che le probabilità che ciò succeda nel mondo potteriano sono esigue quanto quelle dell’Inter di ribaltare il 2-5 subito con lo Schalke 04, però la speranza è sempre l’ultima a morire.
Il film regala diversi altri momenti validi, che lo rendono forse il capitolo migliore sinora. Ecco i miei highlights:- La scena con vari personaggi che si tramutano in Harry Potter, permettendo dopo 10 anni al povero (si fa per dire)
Daniel Radcliffe un po’ di libertà recitativa per staccarsi dal suo personaggio, per quanto appena per pochi istanti.- L’interessante conflitto tra Harry e Ron (comunque rapidamente risolto).- La scena di ballo tra Harry e Hermione, con i due che hanno un’intesa sessuale vicina alla coppia scoppiata Depp/Jolie in
The Tourist, però almeno loro fanno tenerezza.- La visita di Harry alla tomba dei genitori, molto toccante.- L’avvincente fiaba dei doni della morte raccontata da
Rhys Ifans nel per lui solito ruolo da scoppiato fuori di testa.- Il commovente addio all’eroico
elfo Dobby, il momento per me più struggente finora dell’intera saga. Perché la morte di Albus Silente, che ormai aveva superato i 150 anni di età, non era poi così da lacrime.
E poi ci ritroveremo come star a bere del
whisky al Roxy Bar insieme a Red Ronnie, a Hermione e al maghetto Potter per la seconda metà, questa volta l’ultima e definitiva, del capitolo conclusivo dei Doni della morte. E chissà che dopo essere passati da semplici babbani a mezzosangue, non ci trasformeremo anche noi in potteriani doc. Potere della magia.
(voto 7+)