Ha trovato la Stanza...
Poco più di 90 minuti in bianco e nero che sono capaci di trasmettere un'angoscia subdola. La figura inquietante del killer subisce l'efficace contrappunto della ragazza che come un automa fa tutto quello che lui le chiede.Potrebbe essere un ottimo spunto per cupe atmosfere noir, con il killer e lei che potrebbe essere una classica pupa del gangster e invece Shion Sono vira su lidi ermetici ai limiti dell'espressionismo evocando atmosfere decadenti e malsane in un bianco e nero soffocante.
La cinepresa è perlopiù fissa a catturare un'immota quotidianità, a volte è estenuante nella sua fissità, ci sono lunghi minuti in cui non si muove foglia, come all'inizio in un esterno dal sapore postapocalittico (e invece è un porto) fino all'arrivo del titolo del film, dopo circa 10 minuti.Difficile collocare stilisticamente questo film ma io direi che lo possiamo porre tra le sperimentazioni cinematografiche di Andy Warhol e il primo Von Trier, quello della trilogia della E ( L'elemento del crimine, Epidemic ed Europa).Forse anche una spruzzata dell'Eraserhead di Lynch .Ma è comunque qualcosa di diverso, di personale.
Il killer è prigioniero nel suo mondo antico e non ha nessuna intenzione di appartenere a qualcosa d'altro, di più nuovo.Heya oltre ad essere un originale esercizio di stile è un film di estenuanti attese, le stesse che ci affliggono nella vita di tutti i giorni( ad esempio il viaggio in treno dei due protagonisti sembra in tempo reale per quanto lungo).Finalmente la Stanza!
( VOTO : 8 / 10 )