High-Rise: una Barbarica Vita Condominiale

Creato il 01 dicembre 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine

"Era trascorso qualche tempo e, seduto sul balcone a mangiare il cane, il dottor Robert Laing rifletteva sui singolari avvenimenti verificatisi in quell'immenso condominio, nei tre mesi precedenti. Ora che tutto era tornato alla normalità, si rendeva conto con sorpresa che non c'era stato un inizio evidente, un momento al di là del quale le loro vite erano entrate in una dimensione chiaramente più sinistra. Con i suoi quaranta piani e le migliaia di appartamenti, il supermarket e le piscine, la banca e la scuola materna - ora in stato di abbandono, per la verità - il grattacielo poteva offrire occasioni di scontro e violenza in abbondanza".

Dal romanzo di James Graham Ballard, Il condominio, pubblicato nel 1975, High-Rise, un adattamento cinematografico audace e sfrontato, firmato da Ben Wheatley e presentato all'interno della sezione Festa mobile al Torino Film Festival appena concluso. Un cast ricchissimo, in cui spiccano stelle come Jeremy Irons, Tom Hiddleston, Sienna Miller e Luke Evans, che danno anima e corpo ai surreali personaggi di un vero capolavoro della letteratura fantascientifica.

Siamo nel Regno Unito, anno 1975: un condominio di straordinaria mole, progettato dall'architetto Anthony Royal (Jeremy Irons) secondo le più moderne tecnologie, dotato di quaranta piani e mille appartamenti, ideato appositamente per garantire l'isolamento degli abitanti, è l'ambiente in cui viene catapultato il dottor Robert Laing (Tom Hiddleston), appena trasferitosi nel bizzarro edificio alla ricerca di un luogo tranquillo e discreto in cui vivere. Ma le stranezze degli altri residenti non tardano a venire fuori, coinvolgendo il malcapitato in una serie di episodi che ben presto sconfinano nella follia più incontrollabile.

La compattezza strutturale del grattacielo, infatti, è solo un'esteriorità fuorviante, sotto la quale si annidano torbidi impulsi, spietati giochi di potere e squallidi soddisfacimenti di bisogni primari: il condominio è l'emblema di un'indistruttibile scala sociale, al cui vertice troneggiano i potenti, che osservano la misera esistenza dei ceti inferiori ai piani bassi, portando avanti la loro lotta per la rivendicazione di imprescindibili privilegi. Le scene del film si susseguono tra party dissoluti, istinti lussuriosi, disordine generalizzato sempre sul punto di trasformarsi in caos irreversibile. Nella mente di Laing il confine tra sogno e realtà si fa sempre più labile, mentre lui stesso non può fare a meno di abbandonarsi del tutto agli eccessi tentatori e alle sconcertanti logiche che regolano la vita condominiale.

Una pellicola allucinata e allucinante, che mostra, come in un gioco perverso, il crollo di una civiltà, abbassata alla barbarie nel momento in cui vengono a mancare servizi primari quali l'elettricità e scarseggia la disponibilità di cibo: ecco allora che l'armonica struttura del grattacielo precipita nel degrado di una guerra intestina fatta di scontri tra ricchi e poveri, barricate improvvisate, manifestazioni di spietata ferocia, di cui il personaggio di Richard Wilder (uno straordinario Luke Evans) simboleggia l'incarnazione più brutale. Il definitivo crollo dell'aristotelica certezza nel considerare l'uomo un animale sociale. Orge, omicidi, violenza e schiavizzazione: uno scenario apocalittico su cui aleggia la minaccia più paurosa, la lucida e graffiante vena satirica che prende di mira una società corrotta e sull'orlo del baratro.


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