Non avevo la minima idea di come si svolgesse il lavoro, non sembrava il tipico ristorantino abituale, l’impressione era totalmente differente. Piano piano capì che ogni giorno era diverso e le funzioni lavorative avevano uno schema preciso: un giorno dedicato al ‘thè dance’, in cui persone di terzà età avevano la possibilità di ballere musica tranquilla e subito dopo godersi una merenda fatta di thè e dolcetti; una serata dedicata a lezioni di salsa, sempre con il bar a disposizione; una serata disco, con gente di età media-giovane; ed infine il fine settimana dedicato specialmente a matrimoni, compleanni e celebrazioni varie.Li cominciai ad apprendere il vero inglese, stando a contatto con tantissime persone e praticando con i tanti compagni di lavoro che conobbi in quel posto. Ovviamente provenienti da svariati paesi: polacchi, portoghesi, brasiliani, spagnoli, ungheresi, italiani e qualche inglese...Tra i vari ragazzi che rimaserò più tempo lavorando lì, avendo periodicamente un cambio di personale (High Rocks richiedeva grandi capacità fisiche e mentali, hihihi), non potrò dimenticare Lucas, David, Tomas (che saluto con un abbraccio), Darek, Salvatore, Lavinia, Hugo, Ydabel, Zolt, Antonio, Costantino, Antimo, Zoltan, e gli chef Steven e Joseph.
Iniziai ad avere confidenza con il cibo e le varie bevande inglesi, le svariate birre e innumerevoli tipi di gin e superalcolici. Scoprì cosa vuol dire lavorare fuori casa e stare mesi senza vedere i tuoi amici e parenti, i luoghi e le tue abitudini. Capì cosa vuol dire fare conto solo sulle tue forze e crescere sotto i punti di vista, aprendo gli occhi a 360°, ampliando i confini della mia mente e godersi le moltitudini di cose nuove ed inaspettate che occorrevano in quei mesi. Non posso nascondere che a volte il lavoro era molto pesante, con giornate che comprendevano 3 o 4 matrimoni alla volta, con centinaia di persone che passavo il giorno a mangiare, celebrare, danzare e bere. Indimenticabili i week-end in cui si terminava alle 4 di mattina per poi alzarsi alle 9! Centinaia e centinaia di facce nuove e sconosciute nel giro di pochissime ore. E tutto l’High Rocks dipendeva spesso dai nostri sforzi fisici, con cambi rapidi di organizzazione delle sale, con rapidità e gestione del tempo. A volte sembrava di essere in una fabbrica!
Ma bellissimi i momenti passati in quei giorni, ricordo che nonostante il lavoro a volte fosse duro, ero fiero di aver fatto quella scelta...Me lo passai bene con i ragazzi: festini e ubriacamenti vari nella staff house, o in giro per Tunbridge Wells, con le svariate e solitarie camminate notture per ritornare al ristorante. Tutte quelle piccole cose che non dimenticherò mai di aver passato con loro...Grazie a tutto ciò, nel bene e nel male, devo dire che il mio bagaglio personale si è arricchito parecchio. Soltanto dopo tre mesi il nostro caro vento mi suggerisce qualcosa di ancora più inaspettato e bellissimo... Ad aprile il lavoro cominciava ad aumentare e gli eventi necessitavano l’aumento del personale, così un giorno, all’improvviso, ecco spuntare quella che sarà la mia futura compagna di viaggio, accompagnata da un sorriso che mi fece innamorare all’istante...
Stefano