Hilary Clinton su Putin: “nostro è scontro di valori”

Creato il 20 marzo 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online
mar 20, 2014    Scritto da Gabriele Ciuffreda    Attualità, Mondo, Nord America, Rivoluzione ucraina 0

Hilary Clinton su Putin: “nostro è scontro di valori”

La tensione sale, giorno dopo giorno. Non sarebbe assurdo collocare le dichiarazioni e le azioni di Usa e Russia in contesto di Guerra Fredda. Con un protagonista in più, o forse un attore non-protagonista usando termini “oscariani”: l’Europa.
«Se al presidente Putin sarà concesso di cavarsela, penso che vedremmo molti altri paesi che verranno aggrediti direttamente dalla Russia o corrotti dal sistema politico del Cremlino, in un modo tale che saranno talmente intimiditi che verranno trasformati a tutti gli effetti in vassalli e non in democrazie sovrane”. A parlare è Hilary Clinton, ex segretaria di Stato fino al 2012.
Il 19 marzo, nel corso dell’evento Board of Trade of Metropolitan Montreal, in Canada ha ribadito ciò che appare ovvio tra tutte le autorità occidentali: L’annessione della Crimea da parte della Russia è cosa illegale, viola le leggi internazionale, merita sanzioni e non è democratica.

La possibile candidata democratica alla Casa Bianca post-Obama, in merito alla questione Crimea si è espressa chiaramente a favore di un approccio a “due vie” per la soluzione della crisi diplomatica e ormai militare. La necessità è quella di “lottare per i nostri valori”, senza il bisogno di “agitare le spade”, secondo Clinton inutile. «Tuttavia – aggiunge – le persone devo agire per proteggersi da future intimidazioni. Potrebbe volerci un anno, forse due, ma dovranno farlo in modo lento e solido. E allora, ancora una volta la gente potrà vedere le differenze, vedranno le scelte».

L’ex segretaria di Stato, al momento senza incarichi istituzionali, ma personaggio di forte autorità sul territorio statunitense ha poi proseguito il proprio discorso imboccando la via diplomatica, invocando un conflitto di immaginari e di valori piuttosto che di tipo bellico. «Ovviamente nessuno vuole vedere un’altra Guerra di Fredda, e penso che soprattutto che il presidente Putin voglia evitarla – continua – il nostro è uno scontro di valori».  Parole forse in contrasto con quelle del 5 marzo. Hilary Clinton nel corse dell’invasione delle truppe russe della Crimea ucraina, aveva comparato lo “zar” russo Putin al leader nazista Adolf Hitler, paragonando l’atto di questi giorni all’occupazione della Polonia e alle mire espansionistiche della Germania di allora.

Hilary Clinton ha poi concluso la conferenza inneggiando al ruolo di “democratizzatore” degli States , chiarendo come Vladimir Putin stia attuando un tentativo di riscrivere i confini segnati dopo la seconda guerra mondiale in Europa: «Gli Usa lotteranno contro gli atti illegali per dimostrare che abbiamo un modello migliore, proprio come facciamo da 50 anni. Per farlo serviranno certamente continuità e persistenza e il consenso politico di tutto lo spettro politico del nostro Paese».

Dichiarazioni forti, assolutamente non casuali. Hilary Clinton ha voluto evidentemente porsi in una posizione netta  e assolutistica, in maniera  più precisa di Obama e dell’Europa stessa che persiste nel minacciare Putin con sanzioni economiche e stracciando inviti al G8.
Due giorni fa la Cnn, emittente telesiva tra le più famose in America, ha mostrato i risultati di un sondaggio alquanto curioso. La maggioranza degli americani sembra non avere dubbi: Hilary Clinton è un leader più determinato del presidente Barack Obama. Ad affermarlo  il 64% degli intervistati, considerando l’ex segretaria di stato ( ruolo simile al nostro Ministro degli esteri) forte e determinata. La popolarità di Obama sembra essere crollata. Troppe le aspettative degli americani, troppe le promesse rimaste incompiute.
Agli statunitensi è piaciuto l’operato di Hilary Clinton durante il suo mandato, sicuramente più determinante del suo successore John Kerry. Clinton è stato il segretario che ha viaggiato di più nella storia del Dipartimento, con più di 100 viaggi internazionali.
La campagna elettorale interno al Partito dei democratici sembra aver preso il via, nel risvolto interno ed esterno. Il rischio è di dover cedere il posto, dopo 8 anni di Obama, nuovamente ai Repubblicani, che dopo l’esperienza Bush sembra si stiano pian piano risollevando.
Ma i  sondaggi parlano chiaro: Hilary Clintonsembra non avere rivali degni del suo nome, il 2016 sarà probabilmente l’anno del primo presidente degli Stati Uniti d’America donna.


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