Tratta originariamente da unmanga di Furuya Minoru avente come tema le percezioni e la psicologia dellepersone in una società in cui non c’è possibilità di riscatto e, quindi, disperanza, la storia viene modificata da Sono in corso di lavorazione per tenereconto dei drammatici eventi di Fukushima verificatisi nel frattempo.
La scelta del titolo èsintomatica. La himizu, infatti, èuna talpa di montagna che si trova solo in alcune regioni del Giappone e il cuistesso nome è usato molto raramente nella lingua giapponese. Un po’ come direun animale sconosciuto agli altri animali, che si consuma nella sua vitasotterranea senza mai uscirne. Come diceil protagonista stesso in una scena del film, il suo desiderio è di potervivere una vita la più normale e riparata possibile, come una talpa, appunto.Il film, così riconfigurato,racconta la storia di un gruppo di disperati che vivono intorno a un laghettoartificiale usato per affittare piccole barche da diporto: da una parte ci sonole vittime di Fukushima, dall’altra quelle della società giapponese, emarginatitout court. È questa la cifra del racconto: l'apocalisse dello tsunami e ladissoluzione della società sono mostrati sempre in connessione. Ma l’accentoprincipale è sulle vittime della società. La società giapponese è dipinta comeun mondo alla deriva, frutto dell’irresponsabilità, dove i figli pagano lecolpe dei padri. Una società senza più umanità. L’unico microcosmo ancora ingrado di esprimere solidarietà è proprio quello dei diseredati e, infatti, comprensionee aiuto si trovano solo tra le vittime. Nella lunga, bellissima, corsafinale i due giovani protagonisti vanno incontro a un futuro ancora tutto dacostruire, urlando ripetutamente a squarciagola ganbare!. Ganbare!, chesignifica “forza!”, “coraggio!”, “non mollare!”, è una delle parole piùsintomatiche dell’universo sociolinguistico giapponese perché sta a indicare lavolontà e la pervicacia dell’impegnarsi, del darsi da fare, del tirarsi su lemaniche da soli, senza aspettare aiuti dall’esterno, tutti atteggiamenti che hannosegnato la rinascita del Giappone dalle rovine della seconda guerra mondiale eche anche oggi, seppur in lieve declino, pervadono lo spirito giapponese.L’urlo dei due protagonisti è perciò un grido contro il cielo dal significatobivalente. Da un lato esprime la forza della disperazione dei due giovani chevogliono vivere a ogni costo. Dall’altro è l’urlo di Sono, è l’urlo che escedal mondo del cinema, della finzione, e va verso il popolo giapponese segnatodalla morte e dal dolore. È un’esortazione a non cedere, a rialzarsi, aritrovare la speranza anche quando si è perso tutto ciò che si aveva. Un filmintenso, duro e sincero. Nonostante qualche debolezza soprattutto laddove sonostate fatte le inserzioni del tema deldisastro e nell’eccesso di registri narrativi – che peraltro è un aspettopeculiare al cinema di Sono –, Himizunon può non essere apprezzato per la forza disperata con cui trasmette il suofervore morale. La creatività visionaria e iconoclasta, per cui Sono èconosciuto, è qua messa al servizio di una parabola sui mali della societàculminante in una morale civile che invita a un doloroso impegno perricostruire prospettive di speranza. È la speranza che cercano coloro che hannoperso tutto nella calamità e allo stesso tempo è la speranza, rifiutata e poifaticosamente accettata, dei figli della società attuale. Il film èsegnato dalla straordinaria interpretazione del diciannovenne Sometani Shiōta,noto fino a prima solo per ruoli convenzionali in film giovanilistici. Sono loha letteralmente scoperto e ricostruito come giovane attore drammatico,portandolo a vere e proprie vette di intensità espressiva. Insieme con laprotagonista femminile Nikaidō Fumi, è stato giustamente consacrato dalFestival di Venezia 2011 con il Premio Marcello Mastroianni per il migliorattore giovane. [Franco Picollo]Potrebbero interessarti anche :
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