di Giuliano Fago Golfarelli - Il 6 Agosto 1945 gli Stati Uniti sganciano la prima bomba atomica della storia usata come strumento bellico definitivo sulla città giapponese uccidendo 100mila persone sul colpo (quasi Trento e dintorni), altrettante morirono nei mesi e negli anni successivi per le radiazioni.
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Città rasa al suolo. Uno scenario di morte totale che si ripete tre giorni dopo a Nagasaki.
Una tragedia ricordata ogni anno da molti ma anche da pochi.
In fondo – con numeri diversi – maggiori per i campi di sterminio e quelli minori di “passaggio” a Bolzano, il marketing mondiale è solo numeri da dimenticare, ricordare oppure da ricomporre.
Ma tutto va bene – madama la Marchesa !
E il nostro Trentino? Quello che voleva, quello che costruiva, quello che sta morendo sotto le bombe del 20013?!
Basta leggere le nostre cronache per capire se si vuole capire.
Noi non siamo un popolo “eletto”, siamo un popolo di confine, che ama qualche donna in bianco e qualche uomo con i baffi. Alternanza nazionale.
Ce la faremo nelle vigne, nelle bottiglie dimenticate, nelle “sveltine” al Vinitaly.
Ce la faremo con il turismo in soffocazione, con la neve che non c’è più, con le musiche ad alta quota e con i dinosauri in bassopiano senza parcheggi e sottopassi ?
Ancora alla mia terra tengo moltissimo al di là delle bottiglie Doc, IGT, Bollicine e Talenti mancati. Perché? Abbiamo tanti giovani e meno giovani che potrebbero dare qualcosa, tanto a noi come a tutta l’Italia. Ma è meglio che se ne vadano!
Ma spero ritornino………….
Hiroshima, mon amour
Giuliano Fago Golfarelli