Hitler era una brava persona, Gesù rubava e Steve Jobs ha fondato Microsoft

Creato il 18 febbraio 2014 da Sommobuta @sommobuta
Non è ancora stato reintrodotto il reato d’opinione.
Per fortuna.
Eppure, per certe opinioni, ci vorrebbe la galera (o, più simpaticamente, come direbbe mia nonna, “Palettate di mer*a in bocca”).
Nessuno ha la verità in tasca, tutti possiamo esprimere i nostri pensieri liberamente…Mabenedettoilsignore, perché dietro le invocazioni al diritto d’opinione si celano, spesso e volentieri, le più grandi boiate della storia dell’umana umanità?
È davvero una cosa che fatico a capire. Il nascondersi dietro lo scudo dell’opinione personale.
Se dici una sciocchezza, dici una sciocchezza.
Al di là dell’opinione.
Hitler era una brava persona.
Gesù rubava.
Steve Jobs ha fondato Microsoft.
sommobuta è magro.

Ci ha sempre insospettiti, la storia dei pani e dei pesci...
Qualsiasi persona sana di mente bollerebbe queste quattro cose come cazzate.
Eppure.
Eppure c’è gente che, a conti fatti, lo dice.
Prendete, ad esempio, la sempiterna diatriba cartaceo vs digitale.
Spesso, in discussioni anche illuminate, dove chi è “pro” e chi è “contro” stanno sviluppando un discorso interessante (fatto di esperienze e dati certi), arriva il solito minchione ad ammazzare il tutto con la fantomatica frase sul “profumo della carta”.
L’opinione più indecente e deficiente che possa esistere al mondo su questo argomento, perché si presuppone che se anche tu sei amante del cartaceo, tutt’al più può piacerti l’edizione e la cura con cui un tomo è confezionato; ma è abbastanza inverosimile che tu sia affezionato al cartaceo unicamente per questo motivo (a meno che i tuoi polmoni e il tuo olfatto non abbiano qualche problema – da ricercarsi comunque tra le sinapsi cerebrali), ed è abbastanza inquietante che possa inebriarti il puzzo d’inchiostro sintetico (per non parlare dei volumi vecchi, così pieni di polvere da essere in grado di far venire un’asma fulminante anche al più santo tra i salutisti).

Aaaaah, il profumo della carta!
Credo dovremmo sforzarci un po’ di più ad essere onesti prima di tutto con noi stessi, e poi con gli altri.
E rimanere in silenzio, quando non si conosce un argomento, per evitare di fare brutte figure.
Qualche giorno fa, su di un simpatico gruppo Facebook, si parlava di quale ci piacesse di più tra Narnia e Il Signore degli Anelli, e quali, secondo noi, fosse il più bello, sia per quanto riguarda i libri che per quanto riguarda i film.
Per me, a parità di adattamento, i film di Narnia sono più belli di quelli del Signore degli Anelli perché fatti addirittura meglio rispetto ai libri (che essendo per bambini e con chiaro intento pedagogico, sono molto elementari). Poi è chiaro che a parità di scrittura Tolkien batte Lewis senza nemmeno scendere in campo, così come la trilogia cinematografica di Jackson asfalta quella di Narnia su tutti i fronti.
Naturalmente, in questa discussione interessante, dove ognuno stava argomentando la propria opinione, ecco arrivare puntalmente l’imbecille di turno, pontificando che Narnia fa cagare perché, oltre ad essere un catechismo cristiano per decerebrati, a Tolkien non piaceva. La motivazione: “Io ho letto tutti i saggi su Tolkien, gnègnè” (ovviamente non sia mai fare riferimento al fatto che lo stesso Lewis, nelle lettere a Tolkien, ci rideva su, perché a differenza del compare, lui non voleva fare mitologia, ma voleva scrivere precisamente storie “per bambini”. Evvabbè).

Lewis, Narnia fa cagare! (cit.)
Sarebbe come se io andassi da un ricercatore del Cern, intervenissi ad un dibattito sulla velocità della Luce, e dicessi che i neutrini sono più veloci perché l’ha detto la Gelmini e ho letto tutti i saggi che sono stati scritti su di lei.
Volendo poi agganciarmi a quanto successo in questi giorni con il video su One Piece, sono sempre portato a chiedermi cosa spinge una persona a discutere di cose che non conosce.
Perché ognuno si sente in grado di dare la propria opinione su “qualcosa”, pur non avendone la competenza adatta?
Quali sono le dinamiche che portano una persona (nel mondo 2.0) a pigiare le dita su di una tastiera, senza riflettere prima un secondo su quello che vuole comunicare?

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