Hitman: Agent 47

Creato il 03 novembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
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  • Anno: 2015
  • Durata: 108'
  • Distribuzione: 20th Century Fox
  • Genere: Azione
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Aleksander Bach
  • Data di uscita: 29-October-2015

Sinossi: Un assassino geneticamente modificato combatte contro la sua agenzia, una multinazionale che ha intenzione di creare un esercito di assassini come lui.

Recensione: Il 5 febbraio 2013 la 20th Century Fox annuncia il progetto di Hitman: Agente 47, pellicola tratta dalla serie di videogiochi Hitman, già portata sul grande schermo nel 2007 col film Hitman – L’assassino senza riscuotere il successo atteso. La storia si ripete anche con questo nuovo game movie la cui sceneggiatura è stata affidata a Skip Woods e Mike Finch, mentre la regia all’esordiente polacco Aleksander Bach. Woods aveva già lavorato all’originale ma anche su altri potenziali blockbuster dagli esiti insoddisfacenti come X-Men Le Origini – Wolverine, A-Team e Die Hard – Un buon giorno per morire. A Woods non manca certamente la perseveranza nel non comprendere le falle contenutistiche di cui ha sofferto il primo episodio del soldato perfetto seguito dal nuovo restauro del 2015. Inizialmente per la parte dell’Agente Dispotico era stato scelto Paul Walker ma dopo la sua tragica dipartita, avvenuta il 30 novembre 2013, venne scelto l’attore Rupert Friend per sostituirlo. Forse un protagonista più conosciuto dal grande pubblico, Walker è stato uno dei volti simbolici della saga Fast&Furious e avrebbe risollevato un po’ le sorti della pellicola al botteghino.

La storia prende vita nel 1967 quando Peter Aaron Litvenko diede inizio al programma Agente per creare il soldato perfetto. In preda ai rimorsi, Litvenko fuggì e il Governo chiuse il progetto. In molti provarono a far ripartire il programma ma fallirono. Katia, figlia di Litvenko, vive a Berlino e cerca di scoprire dove sia suo padre ma è braccata dall’Agente 47.

Hitman: Agent 47 non perde colore ed interesse filmico solo per un protagonista non adatto, ma anche per una trama che si allontana dall’obiettivo complessivo che avrebbe dovuto avere Bach: ovvero un action in puro stile anni ’80. Troppo corto di braccio nel regalare allo spettatore le scene che avrebbero dovuto rendere questo film un susseguirsi di inseguimenti fino all’ultimo secondo, di quelli che ti fanno trattenere il respiro fino al botto finale. Tutto questo non si è verificato e, quindi, è da archiviare una volta per tutte il progetto del soldato robot che a distanza di 20 anni non riesce a fare le scarpe a Terminator. Resident Evil resta ancora oggi l’unico eccellente risultato di game movie, raro gioiello da blockbuster.

Libero Bentivoglio

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