HIV, Corte Suprema Canada cancella obbligo di rivelare status al partner

Creato il 10 ottobre 2012 da Anellidifum0

Ne ho scritto nel mio primo articolo non da blogger su Il Fatto Quotidiano.

La sentenza potrebbe interessare anche in Italia, perché su questi temi, spesso, i legislatori e i tribunali considerano, a livello di orientamento, le posizioni assunte dalle Corti supreme dell’intera collettività. Pubblico qui sotto la versione originale spedita al giornale, che comprende alcuni link utili.

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La Corte Suprema del Canada ha cancellato l’obbligo, per le persone sieropositive all’HIV, di rivelare sempre e in ogni caso il proprio stato a qualunque partner sessuale. Questo il risultato di due sentenze implicanti persone sieropositive (R. contro Mabior  e R. contro D.C., del 5 ottobre 2012) approvate dal Tribunale supremo di Ottawa all’unanimità. Le decisioni della Corte allentano in parte la severissima legislazione canadese sul tema, e stabiliscono che “i sieropositivi con carica virale bassa e che adoperano il profilattico non pongono come regola generale una possibilità realistica di contagio al proprio partner sessuale”, come ha scritto la Giudice suprema Beverley McLachlin, prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Corte.

Il Tribunale ha inoltre ridotto la gravità del reato per chi non dichiara il proprio stato al partner e non rientra nei due fattori (carica virale bassa e uso del preservativo): queste persone sono ora passibili dell’accusa di “assalto sessuale”, punibile fino a un massimo di dieci anni di prigione. Dal 1998 allo scorso venerdì, i sieropositivi che non dichiaravano la loro condizione al partner erano accusabili di “assalto sessuale aggravato”, punibile con l’ergastolo.

L’aspetto più significativo della decisione della Corte Suprema della Foglia d’Acero è di avere collegato, nelle motivazioni della sentenze, il peso penale della fattispecie del reato ai passi avanti che la ricerca scientifica farà in futuro. “La sentenza di oggi”, si legge sempre nella spiegazione della decisione R. contro Mabior, “non impedisce alla Legge di adattarsi ai futuri passi avanti della ricerca scientifica relativi alla cura o alle circostanze in cui i fattori di rischio qui considerati saranno modificati.” In altre parole, qualora la scienza troverà il modo di rendere i sieropositivi non in grado di contagiare, oppure se si troverà un vaccino efficace contro l’HIV, il massimo Tribunale canadese ha stabilito che la Legge dovrà adattarsi alle scoperte, fino al punto di rendere non punibile il fatto.

Proprio per questo le associazioni canadesi che si battono per difendere i diritti civili delle persone sieropositive si sono dichiarate insoddisfatte della sentenza. “La Corte ha stabilito che essere sieropositivi è ancora, di per sé, un fattore di punibilità. Se si è sieropositivi con una carica virale non rilevabile alle macchine non esiste un rischio significativo di contagiare nessuno” ha dichiarato alla televisione canadese Isabel Grant, professoressa della University of British Columbia e giurista esperta del tema. Sulla stessa linea il presidente della Canadian HIV/AIDS Legal Network, Richard Elliott: “Sappiamo dalla ricerca scientifica che se usi un profilattico oppure se hai una carica virale bassa, il rischio di trasmissione del virus è straordinariamente basso. La Corte ha invece stabilito che per non essere punibili occorrono tutte e due le circostanze, e in questo senso è un passo non all’altezza dei tempi scientifici.” Anche Jessica Whitbread, contagiata dieci anni fa dal fidanzato, ha espresso alla CBC il suo sconcerto: “Dapprima la sentenza mi era parsa un passo avanti. Ma poi ho compreso che questa sentenza mi espone ancora a essere criminalizzata sulla semplice base dell’accusa verbale di un mio eventuale ex partner vendicativo.” Secondo due studi svizzeri del 2008 pubblicati dall’immunologo svizzero Pietro Vernazza sul Bulletin of Swiss Medicine e su The Lancet, e approvati dalla Swiss Federal Commission for HIV/AIDS, i sieropositivi con carica virale non rilevabile nei precedenti sei mesi e privi di altre malattie sessuali, non sono infettivi.


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