Ho appena terminato una chiamata con un cliente americano...

Da Mafalda1980 @mafalda1980
Ho appena terminato una chiamata con un cliente americano, uno dei militari della Caserma che – come tutti – vogliono la connessione internet, e vagli a spiegare come funziona, e come si paga, e che cos’è un ponte radio, che non lo so nemmeno io.
Poi timbro, torno col pensiero e ascolto te, il passo tuo, il tuo respiro dietro me, a te che sei il mio presente… Basta Lucio, che in questi cinque minuti di tablet tutti per me il flusso di pensieri non è permesso.
Sei un’acuta osservatrice, hai un bel lessico per la tua età, volevo imprimere giusto due-tre cose di questi giorni che ci hanno colpito e fatto sorridere.
Le prime puntate di Peppa Pig trasmesse da Rai YoYo in questi giorni (è tempo di repliche anche per i cartoni animati), tu osservi che Peppa e George “non pottano la cintua!”, e che Nonno Pig “non potta il cappello!”, e la cuginetta Chloé è ancora figlia unica “Alex ancoa non c’è!”, non ti sfugge niente.
Fai strani discorsi sulla morte come se ne sapessi a pacchi, “la motte è bbutta pecché poi non ci si vede più”, e so per certo che nessuno te ne ha parlato. A parte quella volta che hai calpestato una innocente lumachina nonostante ti avessi detto di non farlo, e allora ti sei resa conto che non si muoveva più, e hai assunto un'espressione tristemente consapevole.
Ieri sera tu e papà avevate la pizza per cena, io mi ero fatta la pasta in bianco, ovviamente l’hai voluta anche tu, poi hai fatto una faccia schifata e hai detto “sento puzza di piedi!!”, ed effettivamente il parmigiano con cui l’avevo condita non aveva proprio un aroma freschissimo…
Sono un po’ preoccupata per i colpi di calore di cui soffri, tant’è che sabato dovevamo andare a fare shopping e avevamo scelto un orario tattico in modo da trovare poca gente, ma era anche un orario di caldo infernale, sicché dopo due minuti che eravamo in auto ti sei addormentata, e ti ho portato in giro per il negozio (beh, definire le Ramonda un negozio è un po’ riduttivo) tenendoti in braccio, a peso morto.
Poi domenica siamo andati a Recoaro Mille a prendere un po’ d’aria, c’erano appena trenta gradi, però ventilati, e abbiamo visto gli asini le caprette i cavalli e anche le mucche al pascolo, e tu hai giocato un sacco al ristorante con altri bimbi nella zona adibita per voi, a un certo punto mentre lottavi con un ottenne per un giocattolo ti ho sentita dire “dallo a me! Io sono piccola!”, ho sorriso sotto i baffi.
E ieri sera c’è stato un temporale formidabile, bello, potente. Siamo stati a guardarlo dalla finestra del salotto, quel vento che scuoteva il mais che ormai è altissimo.E poi il temporale è finito, “adesso si può uscie in terrazzo! Fasciamo le bolle di sapone!”, e così è stato, ed è un ricordo che porterò con me per sempre, i nuvoloni rosa di tramonto, tu che chiedi il flacone (flacone! Io forse a cinque anni usavo la parola flacone) grande, e le bolle che volano lontano, sospinte dal vento in mezzo al campo.
Intanto mancano dieci giorni alla partenza, e poi poco dopo il nostro ritorno cambieremo di nuovo routine, perché inizierà l’asilo e al mattino passeremo più tempo insieme, ma dovremo uscire vestite e non in pigiama come accade adesso, ma ce la faremo anche stavolta.

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