Ho appeso la guêpière al chiodo

Creato il 02 luglio 2011 da Fredy73 @FedericaRossi5
Cari lettori, come ho annunciato un paio di settimane fa in un commento (sì, Cattivik, laconico e deprimente) il mio tempo è ormai limitatissimo.
Oltre al lavoro con cui pago il mutuo, sono diventata direttore di un giornale locale. Il più diffuso, credo, della mia Provincia. Lo stesso per il quale, dieci anni fa, mi imbarcai nell'avventura editoriale divenendone editore (appunto) e amministratore. Oltre che giornalista.
La situazione che vi ho trovato non è per nulla semplice. Ci sono tanti problemi da risolvere che non riguardano la direzione giornalistica in senso stretto. L'avvicendamento con l'ex direttore non è stato pacifico. Non per mia scelta e, forse, nemmeno per la sua. Ma sono cose di cui non voglio né posso parlare in questo mio angolo di mondo. Sono un po' allo stremo delle forze. Ma resisto. Solo che ho bisogno di più tempo. E un giorno dura soltanto 24 ore. C'è, poi, un altro motivo, connesso al primo, per cui non sto aggiornando il blog. Come ha giustamente intuito Turista di Mestiere, qui si rischia di cambiare titolo e farlo diventare "niente sex e niente city". E, in effetti, avrei quasi deciso di appendere la guêpière al chiodo.
Da un mese, circa, sto tentando di vedermi con il laureato, per ripassare almeno i fondamentali. Ma il tempo è sempre tiranno. L'unica relazione che al momento posso concedermi è quella immaginaria con Mr Big. Con il quale ho ripreso i contatti (ma li avevo mai interrotti davvero?). In un certo senso sono contenta. Perché mi manca moltissimo. Mi è sempre mancato. E, forse, non se ne è mai andato veramente dalla mia vita.
Niente vacanze, quest'anno. Forse qualche weekend strappato alla naturale moria di accadimenti estivi, in una cittadina di provincia come questa, mi consentirà almeno di raggiungerlo ovunque si trovi. E' questo quello che voglio. Quello che mi preme di più. Perché nelle mie ore di affano e solitudine, quando anche una campagna mediatica contro di me fa sentire i suoi colpi, io penso che lui esiste. E che, in qualche modo, mi sta aspettando. E, forse, il pensiero che un giorno tutto questo potrà diventare reale mi spinge ad andare avanti.
Sono testarda, caparbia, ambiziosa e capace. E odio dire che lascerei i miei lavori per un uomo. Fa tanto donna anni '5o. Eppure è quello che sento. Non mi mancano le soddisfazioni o i riconoscimenti in campo lavorativo. Non mi sono mancati, in questi due anni, occasioni di divertimento e svago con altri uomini. Mi manca lui. La vita che potrei avere. L'intimità scoperta tra le sue braccia. E la sensazione di sentirmi a casa, al sicuro, soltanto guardandolo negli occhi. Forse non sarà il nostro destino.
Ma, fintanto che posso almeno sognarlo, almeno crederlo possibile, le mie spalle saranno sempre abbastanza larghe per sopportare qualsiasi attacco. O affanno. O lavoro senza sosta.
Sono qui e sono viva. Tornerò a scrivere. Ancora...Articolo originale di Federica Rossi per Poco sex e niente city. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso dell’autrice.

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