Questa mattina F. De Bortoli era ospite di Verba Manent... avrei potuto tacere, ma sognatori si nasce... e io lo nacqui “sfortunatamente”. Così, ho fatto ridere il Direttore del Corriere della Sera, dopo una domanda fatta da un giovane studente che chiedeva come “posso essere sicuro che quello che leggo sui giornali è la verità dopo aver letto Carta straccia di G. Pansa”, puntando il dito sul fatto che i giornali pubblicano la notizia di avvisi di garanzia ancor prima che l’indagato sia stato giudicato colpevole.
Premesso che la risposta di F. De Bortoli, è l’unica possibile (come è ovvio, vista la levatura dell’uomo che ha tenuto a ricordare che dirige il Corriere da uomo libero, non si lascia condizionare dalla proprietà, tant’è vero che “benché la Fiat sia il 3° azionista del Corriere, la testata non ha mai nascosto le sue critiche a Marchionne” ): “non possiamo aspettare la sentenza definitiva per dare la notizia, altrimenti non faremmo il nostro lavoro di raccontare quello che accade; la notizia nasce con l’indagine”.
In modo un po’ provocatorio, ho citato i TG francesi - che non voglio elevare a modello da seguire, ma solo prendere come spunto di riflessione – che chiudono spesso con delle buone notizie, delle notizie lievi, per chiedere a F. De Bortoli se, sulla falsa riga dell’errata corrige (prendendone in prestito il carattere sistematico e ciò benché non sia assolutamente un errore da parte della testata dare notizia di un avviso di garanzia), non si potrebbe introdurre la prassi giornalistica di comunicare in modo sistematico le assoluzioni.
Questo genere di notizie, anche se non sensazionali, anche se “datate” (visti i tempi della giustizia) potrebbero aiutare il cittadino a riacquisire fiducia nelle Istituzioni (quelle degne di fiducia) e anche nella stampa. Perché se è vero che esiste una presunzione di innocenza che i giornalisti non mancano di precisare quando danno la notizia di un avviso di garanzia, è altrettanto vero che nella mente dei più: chi dice avviso di garanzia, dice colpevolezza, o per lo meno reputazione macchiata per sempre!
Il mio dubbio era proprio sulla colpevolezza della stampa in questo. Perché se è vero che le assoluzioni più “sensazionali” vengono pubblicate, le altre finiscono spesso nel dimenticatoio...
Non ho risposte certe, ma il dubbio, secondo me è legittimo... e ahimè, sicuramente per ingenuità, rifare lo stesso intervento a favore delle buone notizie, che - per quanto possano sembrare ingenue - potrebbero essere un buon deterrente contro il bombardamento mediatico sempre catastrofico che non giova al morale del paese. Per lottare bisogna anche avere fiducia e, anche se a distanza di 15 anni, la notizia di un politico o un imprenditore che viene assolto, non sarà lo scoop della giornata, ma ACCADE, è un fatto di cui un giornalista per professione può/deve parlare e forse contribuirebbe ad ricordare che esiste anche gente per bene che ogni giorno ci aiuta a rendere grande l’Italia.