Scatolone dopo scatolone, ho lasciato casa quando i miei non c’erano. Non volevo fosse un addio strappalacrime, non volevo magoni o roba del genere. Una mattina, quando loro erano già usciti, ho preso le ultime cose e mi son chiusa la porta alle spalle.
Sbam!
E casamia è all’improvviso diventata la casadeimiei. Ora anche io potrò dire: “Passo prima a casa…a casadeimiei…” “A casadimamma c’era il forno che…”, oppure ”Ricordo quando stavo a casadeimiei che…”!
E quella casa mi mancherà.
Mi mancherà perchè dopo 32 anni non è soltanto una casa, ma è vita.
Quelle mura, negli anni, mi hanno sentita piangere, ridere, urlare.
Tra quelle mura ho sognato, sperato, amato.
E sono stata amata. Da morire, credetemi!
In quelle quattro mura ho imparato a diventare quel che sono, a fare tutto quel che so fare:
camminare, parlare, studiare, cucinare. Vivere. Essere.
Perchè in quella casa io ci sono nata, ancor prima di emttere il primo vagito.
E quella casa mi mancherà.
E mi mancherà perchè quella era la casa del comodo “vienicheèpronto“,
del fastidioso ”ilmaglioneènelterzocassetto“,
o dell’ancor più irritante ”guardacometihosistematolecose“.
Ma è stata anche quella del “sabatopartonoimiei“,
del “sonosolatuttailweekend“, o del terribile ”oddiotornanoimieieioglihouccisotuttelepiante!!!
Ora invece ho una casetta tutta per me,
che pulirò come e quando pare a me.
Ora potrò mangiare sul letto,
camminare con i tacchi (pure sul letto),
invitare chi mi pare, quando mi pare, come mi pare,
sistemare se mi andrà,
dormire quando mi andrà,
mangiare quanto mi andrà,
tornare a casa se mi andrà,
uscire quando mi andrà…
Mammaaaaaa, il martedì e giovedì, però, a pranzo sono a casa vostra, eh!!!
#nonècambiatoniente