E non intendo la morte che ti porta via senza arrecarti dolore. Ho sofferto, credo di aver sofferto abbastanza in questa mia permanenza sulla terra, e non lo temo. Non parlo del dolore fisico. Quello arriva e se ne va. Mi riferisco al dolore della mente che atterra, si solidifica e non ti abbandona mai. Crea metastasi ramificate che non lasciano scampo.
Per morte indolore intendo quella che non fa soffrire e non dà fastidio a chi ti ha voluto bene, o per lo meno ti è stato vicino. A chiunque tu non vorresti fare del male.
Se mai avessi trovato questa magica formula non sarei più qui a gettare parole che nessuno leggerà. Il fatto è che a questo punto io mi sento come un cadavere in attesa di degna sepoltura. Polveri che desiderano essere disperse nel vento. Non trovo altra collocazione.
E in particolare. A LUI. Non vorrei mai che sentisse alcun peso. Che pensasse forse avrei potuto fare qualcosa di più.
Niente è fattibile. Cosa è la vita? Una breve parentesi fra la nascita e la morte. Per questo non temo la morte.
Ho letto. Ho pensato. Ho riflettuto.
Riporto un breve pezzo di una canzone di Amy Winehouse, che oggi ci ha lasciati:
ho tradito me stessa
come sapevo avrei fatto
ti ho detto che avevo dei problemi
sai che non sono brava
e anche la sua canzone, una delle mie preferite.
Si può morire in tanti modi.
A volte anche restando vivi.
E questo è il modo peggiore,