E’ appena uscito il secondo libro di Alessio, che io ho appena finito di leggere il primo, “La fotografia di strada”.
Lettura gradevole, agile, perché agile è la sua struttura; non si tratta, infatti, di un noioso trattato sulla teoria e sulla tecnica di questo particolare genere fotografico, ma è un manuale figlio dell’esperienza e della passione.
Il libro è pregevole perché la “street” viene più raccontata che spiegata; ci sono ovviamente alcuni riferimenti alle fotocamere, alle ottiche , alle impostazioni raccomandate, ma il suo pregio risiede soprattutto nello spiegare, sulla base di una robusta esperienza personale, quale deve essere l’approccio mentale a questo genere fotografico.
Lo streepher, spiega Alessio, deve acquisire, col tempo e con l’esperienza figlia di migliaia di scatti, la capacità di previsualizzare la scena, l’abilità di vedere ciò che la maggior parte delle persone non vedono riuscendo a isolare “l’insolito dal solito” , cogliendo “lo straordinario nell’ordinario”e soprattutto deve capire quanto sia importante imparare a scattare d’istinto, quasi senza riflettere, documentando l’essenza di quello che quotidianamente avviene in strada, il più grande palcoscenico della vita, pronti a immergervi nella “serendipity” che essa vi può offrire.
Tutto ciò è molto più importante delle fredde regole dell’inquadratura e della composizione che, nella street spesso vengono stravolte, come è logico che sia.
Questo e tanto altro trovate nel libro, che merita di essere letto.
Tutto OK quindi? Per i contenuto sicuramente sì, non altrettanto per la veste tipografica: per i miei gusti il formato (quasi un A4, appena più corto), è eccessivamente grande, lo avrei visto meglio in formato tradizionale (diciamo la metà) che avrebbe consentito anche di scrivere i testi con caratteri meno “espansi”. Certo la sostanza è molto più importante della forma, però…http://feeds.feedburner.com/AlessioCogheStreepher