I Kula Shaker sono stati una meteora, una delle tante del periodo Britpop, ma per un breve periodo hanno brillato di una luce folgorante. Proponevano un sound dalle forti influenze beatlesiane e ancor più forti influenze indiane: in pratica erano influenzati dal periodo indiano dei Beatles. Il periodo di maggior fattanza, pardon di maggiore apertura mentale, dei Fab Four. La loro più grande hit è stata “Tattva” che rappresenta al meglio il loro sound, tra space rock, psychedelia e spiritualità indiana. Tra il 1996 e il 1997, pensate un po’ che i Kula Shaker erano talmente famosi che il loro album d’esordio è subito schizzato in cima alla chart britannica e sono persino stati ospiti al Festival di Sanremo, dove hanno proposto proprio questa canzone.
Crispian Mills da oggi fa dunque parte del club dei cantanti diventati registi, in cui possiamo annoverare parecchi italiani. Luciano Ligabue ha esordito piuttosto bene con Radiofreccia, per poi perdersi clamorosamente con Da zero a dieci, un film che da zero a dieci vale direi… fatemici pensare… ehm, zero. Laddove la sua proposta cinematografica è comunque pregna di “ligabuismo” al 100%, Federico Zampaglione dei melodici Tiromancino ha invece tirato fuori a sorpresa il suo lato dark con il discusso horror Shadow, non riuscito fino in fondo ma che almeno non lascia indifferenti. Poi tra i cantanti/registi c’è anche il recentemente politicamente controverso Franco Battiato, però il suo esordio cinematografico me lo sono perso. In passato, inoltre, persino Adriano Celentano e Nino D’Angelo si sono cimentati con la regia, tanto per dire che in Italia un film non lo neghiamo a nessuno. Proprio a nessuno. Tra gli stranieri cito Rob Zombie, di cui non sono certo un gran fan, ma la cui filmografia horror appare se non altro parecchio in linea con la sua proposta musicale metallara. Quando a Madonna boh, non ho ancora avuto la fortuna (o la sfortuna) di vedere le sue creature cinematografiche. E poi al momento di cantantoni/registoni non me ne vengono in mente altri…
"Mi scusi, queste mutande sono sue?"
"Mmm... non ci sono orsetti sopra, quindi direi di no."
A metà circa, il film comincia (finalmente) a ingranare con una scena ambientata in lavanderia assurda e parecchio divertente. Da lì in poi il buon Crispian Mills ci mette dentro di tutto, da ralenty un po’ abusati che citano 2001: Odissea nello spazio, a una sequenza favolistica in stop-motion che rimanda a Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson, più qualche flashback, un pizzico di psicanalisi e un aspirante serial killer che vuole uccidere le sue vittime sulle note di “The Final Countdow” degli Europe. Naturalmente non manca poi l’amore di Crispian per l’India, che si palesa nell’interesse sentimentale del protagonista, ovvero Amara Karan, attrice già vista in The Darjeeling Limited sempre di Wes Anderson. A Fantastic Fear of Everything è allora una pellicola d’esordio classica, con tutti i pregi e difetti che questo comporta, e che a dispetto del titolo non ha paura o timori, dimostra un buon coraggio e racconta una storia grottesca, quasi un’anti-favola, dal ritmo psichedelico, con una partenza soft, un buon crescendo e in grado alla fine di dare assuefazione. Proprio come la musica dei Kula Shaker. E comunque, chi cazzo sono i Kula Shaker? (voto 6+/10)