“Ho sognato troppo l’altra notte?”, il raffinato album di Mauro Ermanno Giovanardi

Creato il 20 febbraio 2011 da Marianocervone @marianocervone

Bello, elegante, raffinato. Il solo brano Io confesso, che Mauro Ermanno Giovanardi ha portato sul palco dell’Ariston con l’ex compagno di band Cesare Malfatti all’ultimo Festival di Sanremo, non solo era meritevole di vittoria, e senza dubbio la canzone più bella di questa edizione del festival, ma da solo varrebbe il prezzo dell’intero album che sancisce la carriera solista del rosso dei La Crus. Ma Ho sognato troppo l’altra notte?, questo il titolo di un interessante lavoro discografico, riserva invece non poche sorprese, che si snodato attraverso dieci brani, tra inediti e non, che omaggiano anche la musica italiana degli anni ’60. Sì, perché lungo la tracklist, oltre al brano sanremese, che omaggia le arie di Morricone con la partecipazione della soprano Barbara Vignudelli, sono ben due le cover cui ridà letteralmente vita Giovanardi, interpretandole nella sua personalissima maniera e con la particolare timbrica vocale che ne fa uno degli autori e voci più interessanti di questo asfittico panorama musicale italiano, con troppi talent e pochi talenti. Se perdo anche te, storico adattamento in italiano di Solitary Man di Neil Diamond che Gianni Morandi fece nel 1967, è il primo dei due rifacimenti di Giovanardi, che qui diventa più roccheggiante ed aggressivo, pur mantenendone intatta l’essenza. La seconda cover è invece Bang Bang, presente anche in solo version, originariamente cantata da Sonny & Cher, e che vede la partecipazione di una sublime Violante Placido. Ma questo non è il solo duetto che Ermanno si concede nel suo primo lavoro da solista, in La malinconia dopo l’amore il cantante infatti duetta con Syria Cipressi. Tra gli inediti più orecchiabili Il Diavolo, Desio (Il rumore) e, in chiusura, la bellissima Neil Armstrong.


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